Diario di un nuotatore: m’immergo a stile libero per cercare l’anima gemella, in un vortice d’incoscienza masturbatoria. Chiudo gli occhi, e dolcemente faccio partire la mia mano contro un vetro rotto in una fabbrica di chiodi arrugginiti. Un’orda arrugginita si fa strada nella mano sul cuore di una croce di fabbrica con una tizia che guarda la folla dall’alto in basso e dice madre perdonali perché non sanno un cazzo.
Un’orgia urlante di animali e scrofe che inneggiano all’amore libero si dimenano in una civiltà della produzione e della riproduzione e osannano la dea nell’alto dei cieli perché sia fatta la sua volontà in un universo di spaghetti e puttane e per rimescolare l’amore con il pesto in una tavolata di bigatti e rogne con l’ebola.
Mi chiediamo se una considerevole ironia non si possa fare per comprendere le ragionevoli considerazioni dell’esimio sacerdote, teologo e frocio. Che difende l’imperturbabilità del matrimonio nella teogonia dell’altissimo ubriaco. Scivolo da una piramide e mentre atterro sbatto il cranio contro una figa che vola nell’alto dei cieli e benedice gli uomini di buona volontà, impotenti e non. Differenziando le categorie di reddito. Ovviamente.