Informazioni deliranti scivolano su un teschio aperto come una fontana di sangue che guarda milioni di telespettatori incantati alla pubblicità della morte. Una nera signora avanza e rapisce le anime di cartapesta incollate alla sua presenza tra specchi di bromuro e potassio e una logica immanente di vermi in cerca di clienti.
Una zanzara paga il pedaggio autostradale per seppellirsi in cima a una montagna che emana la luce di stella e mi guarda atterrita come una patata fritta. Sogno l’immensità dell’altare che congiunge cielo e terra. Il cielo si dipinge di rosso e viene punteggiato da teschi sorridenti che suonano violini Stradivari in una litania incessante interrotta solo dallo scroscio del mio WC. Una nuvola si ghiaccia tra sonni trascendenti e il popolo di Sion che s’immerge in una laguna blu per amarsi in una docile premura segno di tempi che cambiano verso il color arcobaleno. I colori si amalgamano in una crema pasticcera che sa di zenzero pasquale e io me la bevo con ingordigia infantile.
Altri gatti concorrono alla bandiera della vittoria e si chiedono spaventati perché si trovano qui dopo essere stati adottati dal Paradiso. Nevica e nel mio palato si formano ghiaccioli. Nevica di neve trascendente sul villaggio ingrigito in mezzo agli abeti. I bambini rincorrono il giorno di Natale in un’aria di festa che illumina le anime del cyberspazio. Vola il suono elettrico di una vampira con le ali che insegue assetata la pelle di un bambino con gli orecchioni.
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Cacofonia
Gestite il suono del silenzio con una patata in una manto e un mantello nell’altra. Il silenzio ascolta e perdona. Il silenzio è tuo amico e fratello. Fratello di sangue perché sei nato nel silenzio e dal silenzio provieni. La tua carne non parla né il tuo sangue. Il silenzio dello spazio è eterno ma parla un linguaggio che solo il silenzio è in grado d’interpretare. Ascolta il silenzio e scoprirai quello che cerchi. Per ascoltare devi stare zitto. Il silenzio è tutto quello che sei e che hai paura di essere. Se scorreggi fallo silenziosamente. Se scopi piangi in silenzio. Non scoprire la coperta del silenzio. Perché quando sarai pronto si scoprirà da sola e ti apparirà vergine ed immacolata pronta per essere tua. Perché sei tu.
Anche uno sputo può fare troppo casino. La cacofonia di un villaggio turistico mi sussurra all’orecchio il suono della madre terra. La cacofonia di una musica rock stende un velo di catarro sui miei neuroni affaticati da una notte di marijuana da leoni. E panzer di sintetizzatore uccidono le zanzare a colpi di fulmini e caramelle.
Mi chiedo a che scopo viviamo e uccidiamo e moriamo e risorgiamo e dipingiamo e moriamo e scriviamo la nostra biografia su una croce di salnitro piantata ad eterna memoria. Ma me lo chiedo perché la risposta non esiste e la domanda resta là come una bella donna che ti guarda dal bordo di una miniera abbandonata mentre tu cerchi te stesso e scappi da un’esplosione di grisou prima che ti esploda in faccia.
Ed è lì che prima di morire ascolti il suono del silenzio che cala prima sui timpani sfracellati dall’esplosione e poi ti addormenta in un sonno profondo finché non incontri angeli e porci che ti hanno accompagnato e l’unica cosa che ti chiedi è se hai mangiato abbastanza cioccolato dato che non lo ritroverai più in nessun’altra dimensione o pianeta dell’universo.
Oggi piove e l’acqua è l’unica essenza che può disturbare il silenzio, perché ne fa parte. Anch’essa è silenziosa e anche la terra. E quando un silenzio incontra un altro silenzio fa un suono sordo anche se forte che ti aiuta a prender sonno e a calarti nel silenzio prima che diventi eterno.
Sto immaginando come cantare in maniera silenziosa per fare un coro degli spiriti della terra che volino sbattendo le ali di farfalle agitate dallo stress informatico. Anche il computer fa poco casino. Lui ti guarda come il genio della lampada e ti chiede quale desiderio vuoi che esaudisca.
E prego.
In silenzio.
Gli spiriti.
E ci faccio l’amore.
In silenzio.