Informazioni deliranti scivolano su un teschio aperto come una fontana di sangue che guarda milioni di telespettatori incantati alla pubblicità della morte. Una nera signora avanza e rapisce le anime di cartapesta incollate alla sua presenza tra specchi di bromuro e potassio e una logica immanente di vermi in cerca di clienti.
Una zanzara paga il pedaggio autostradale per seppellirsi in cima a una montagna che emana la luce di stella e mi guarda atterrita come una patata fritta. Sogno l’immensità dell’altare che congiunge cielo e terra. Il cielo si dipinge di rosso e viene punteggiato da teschi sorridenti che suonano violini Stradivari in una litania incessante interrotta solo dallo scroscio del mio WC. Una nuvola si ghiaccia tra sonni trascendenti e il popolo di Sion che s’immerge in una laguna blu per amarsi in una docile premura segno di tempi che cambiano verso il color arcobaleno. I colori si amalgamano in una crema pasticcera che sa di zenzero pasquale e io me la bevo con ingordigia infantile.
Altri gatti concorrono alla bandiera della vittoria e si chiedono spaventati perché si trovano qui dopo essere stati adottati dal Paradiso. Nevica e nel mio palato si formano ghiaccioli. Nevica di neve trascendente sul villaggio ingrigito in mezzo agli abeti. I bambini rincorrono il giorno di Natale in un’aria di festa che illumina le anime del cyberspazio. Vola il suono elettrico di una vampira con le ali che insegue assetata la pelle di un bambino con gli orecchioni.
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L’attimo fuggente
Gioco con l’allegria di un dermatologo nel bagno degli insetti spolpati dall’uomo ragno. Una luce vivida s’impone ai miei occhi felpati di nero mentre la pioggia lava la peste e una campana elettrica batte la mezzanotte ai lupi incartapecoriti che escono da una festa per brindare all’anno nuovo.
Sottane di vermi montano una capra zodiacale facendole vedere le stelle di Orione sotto l’effetto dell’LSD. Un canguro si masturba sotto la calotta polare artica aprendo così il passaggio a nord-ovest con un colpo di reni eiaculatorio.
La schiena della prostituta era riempita di tatuaggi fosforescenti per brillare anche al buio e trasformarsi in una maschera di piacere che danzava al ritmo di mille lucciole addomesticate per il riposo del guerriero.
Polifemo informe si gratta il pelo del topo gatto e recita l’odissea a memoria tirando freccette al cianuro nell’occhio della maga Circe la quale scopre che la sua magia è impotente davanti al figlio reietto dell’universo inverecondo.
Il saggiodella montagna discende da un gruppo rock che si è riprodotto con il canguro masturbatorio e circonda di spine il capo del Cristo mentre prende l’ascensore per salire sulla croce del sud e rinasce e e risorgere tra mille capinere in un letto dei lamenti, mentre io piango davanti alla Mecca adorando un meteorite come un imbecille. Mi assopisco e mi strazio al suono di un sintetizzatore digitale per invogliare le genti a seguire il flauto del Pan bianco, capra misteriosa che cornifica un ragù alla milanese. Le ragazze di Ruby davano e ricevevano dice il ministero pubblico, un’ottima cucina per la borghesia parlamentare eletta al rango di filo spinato col quale viene frustata e ce ne godiamo il sapore del sangue fruttato. Un’arringa masturbatoria dice il Ghedini rifiutando le prove di un’anatra annacquata e aspettando il verdetto del giudice Imposimato venerato e ucciso dal parlamento siculo di onorevoli eletti dalla lupara bianconera. Mi dimentico dell’ora di punta e resto in ufficio a scrivere le parole di arlecchino finché una strega cattiva non viene a liberarmi volando sul nido del cuculo insieme a James Dean.