Un bonzo d’oro mi parla dalle similitudini dello spazio e prega affinché la specie umana si perpetui nel tempo e si diffonda nello spazio. Una pace profonda regna nelle profondità dell’animo e s’impegna affinché l’ibrido risalente alla notte dei tempi maturi la coscienza di sé in una botte di vino. Una luce accompagna il bonzo mentre si allontana dal viscido reame di seta gialla. Nella scrofa di lupo che si rotola in un turgido rosa pallido, Alonso gioca a rubamazzo col morto e indovina la crosta terrestre tra un grillo pasquale e l’altro e si tuffa in un lago di midollo spinale.
Nevica. Nelle sale cinematografiche un batuffolo di cotone esige la tangente dai nuovi primi ministri dalle bretelle larghe. Charlie Chaplin governa un gruppo di burattini senza fili e si fa il bagno in una tinozza nella capanna natalizia insieme a galline dalle uova d’oro e frattali universali.
Le gonadi pesano fluttuanti in episodi di terrore alieno per scovare il buco del culo dell’universo nella cantina sotto casa insieme a un pozzo di petrolio che parla di penisole infuriate e repubbliche cisalpine che si masturbano insieme a regine asburgiche e pere cotte.