Prega e lavora in una traballante gondola di città ferma in mezzo al traffico di topi che si recano in una cella elettrica di laboratori metropolitani. Topi, vipere, donnole affumicate e salmoni, tigri e lumache, zanzare e ranocchi, tutti accomunati dalla necessità di trovare il cibo quotidiano, come in cielo così in terra. Affoghiamo in una pioggia di biscotti allegri e sorridenti e avanziamo come fiumi in piena che travolgono verità divine. La giustizia dell’uomo fa distinzioni, quella di Dio no. E tsunami fu. E la caravella di Noè scoprì la quinta dimensione quantica per approdare in un deserto del Sahara tra fiori e margherite, tulipani rossi e garofani, papaveri e piscialetto. Fecero l’amore tra liquidi seminali e concimi chimici per una rivoluzione verde non inquinante che viene dal Tibet sotto gli occhi guardoni del Dalai Lama.
Una freccia azzurra si stacca da un cielo tempestoso e scorreggia pietanze profumate agli animali che arrivano ai loro laboratori sperimentali tra depressioni mattutine e voglia di vomitare ripensando al passato tra incubi e sangue che rompe le dighe di menzogne del passato. Il sangue del puro purifica i cuori di vittime della mantide religiosa che sparge tossine di stelle e merda gratuitamente.
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Mi massaggio la schiena con una lingua di liquerizia.
Un dono dal cielo si tinge di rosso e mandorle cadono a pioggia su uno tsunami di patatine al forno.
Una trota apre la porta di casa e vede un uccello dalle penne al fosforo. Cosa dici ti piacciono i miei nuovi colpi di luce? Gli fa con un sorrisone da mantide religiosa. E allora lì riconosce subito sua moglie che ha mutato forma a causa dello shampoo del parrucchiere. Mica capito perché poi tutte le volte passa da pesce a uccello. Speriamo che la prossima volta non finisca per assomigliare a un uomo, pensa Giroditrota mentre le dice Ma certo ti stanno benissimo, come miele su una torta di formaggio di capra. La televisione stava sondando la capacità del mondo subacqueo a fare sesso con le alghe e masturbarsi i denti con il dentifricio di spugna all’aloe.
Una musica grugniva in sottofondo mentre Giroditrota e Tortadisfoglia si baciavano sulla porta di casa e a malapena chiudevano il portone prima di un amplesso coniugale.
La suora Bellamargherita si muoveva e si contorceva in direzione della canonica di una casa chiusa, la chiesa e si puliva le gengive soddisfatta in un arco di liquerizia dittongato al sapore di ramarro asciugato in cipolle virili e va carburando l’onda del piacere.
Un sisma ritmico che scuote le corde di un violino che vomita urinatoi stronzi.
Esigo silenzio nel trono del piacere e del fiore che si erge celeste alla fucina fallica del dio del canto.