Una sedia a rotelle. Elettrica. Cioè. Una sedia elettrica a rotelle. Ecco. Fu questa la soluzione inventata dal management del dipartimento per ovviare alla cronica mancanza di noccioline torrefatte di escrementi topo che facevano impazzire gli estimatori del caffè d’ufficio. Secondo loro bastava accendere la sedia mentre si degustava il caffè e immediatamente il sapore di un caffè da quattro soldi sarebbe stato recepito come un urlo di Satana.
La cosa avrebbe fatto risparmiare parecchi soldi al dipartimento dato che l’elettricità per far funzionare la sedia era tra le spese generali quindi non imputata a noi.
Tutti quelli che avevano rotto i coglioni per avere un caffè di qualità vennero obbligati, sotto minaccia di licenziamento, a berselo tre volte al giorno nella sedia, in modo da farlo risultare un investimento utile dato che veniva usato molto spesso, e poter dimostrare quanto era il risparmio per ogni utilizzo. Nonostante il basso voltaggio non si riuscì ad evitare la torrefazione lenta del cervello delle cavie da laboratorio.
La cosa fu considerata un “male necessario” dal management che ricevette comunque una promozione per i risultati comprovati di risparmio. La spesa per la promozione fu superiore all’entità del risparmio. La spesa venne quindi coperta evitando di rimpiazzare parte del personale perso che tra l’altro era anche eccessivamente sindacalizzato.
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Carne bio
Ventiquattro zanzare mi sono entrate nell’orecchio e ronzano come dannate all’inferno dei cuori macirulenti.
Cerco un nesso permanente tra le stratificazioni di melma che si abbattono nei diaframmi del mio cervello.
Bevo cicuta per suicidare frammenti di vita che s’immergono nello stagno del perdono incrociato.
Fievole si gira e cerca una chitarra per suonare una canzone rock, un inno alla fidanzata che morì maciullata da un intercity in ritardo dopo essercisi buttata volontariamente. Dopo aver cantato una canzone che gli sarebbe valsa un premio e un sacco di soldi si mangia una banana e si chiude in sauna.
Era una bella giornata. Era una giornata. Bella. Bella come? Bella, sai tipo col sole e il cielo azzurro, con gli uccellini che cantano? E bla bla bla? Ecco, una giornata così. Nohoho, senza neve, ma ti pare? Va be’ lo so che può capitare, ma quella volta non è capitato.
Quindi ti dicevo Fievole si affaccia alla finestra e sbadiglia e se ne va a dormire ma prima di addormentarsi si schiaccia una sega in salone davanti alla porta finestra aperta perché sa che la vicina di fronte lo guarda sempre e vuole offrirle un omaggio.
Finirà che un giorno, qualche anno dopo, la vicina lo inviterà da lui, ma solo per fargli mangiare la carne del marito morto e conservato nel congelatore.
Da quando mangia quella carne non si è mai ammalata ed è pure ringiovanita e quindi pensa di fargli piacere. Fatto sta che cade svenuto e poi muore pure lui.
Al che lei non sa più che pesci pigliare e sta per chiamare l’ambulanza poi ci ripensa e lo mette nel congelatore insieme al marito.