Ave Cesare delle magnolie affinché i morituri scendano su di te e ti facciano quello che meriti. Una luna dalle tette cadenti s’infila una calzamaglia sulle ginocchia bucate di crateri atavici e un maschi sessualmente eccitato prega davanti alla tomba di una monaca centenaria.
Dalla spiaggia si vedeva in lontananza la moschea di mezzelune che respiravano sotto il sole del deserto e si inchinavano davanti agli sposi che si baciavano le caviglie secondo il rito ancestrale di nonna Carmela.
Sfittico s’immerge immediatamente nella cellula rotatoria di un paio di formulari lasciati aperti sinuosamente davanti a lui e riceve un dono dallo spirito santo: i numeri da giocare sulla ruota di Bari. È per quello che decide di masturbarsi sulla ringhiera della terrazza. E cade. Dal primo piano.
Un angelo sovrasta la macchina transfugatrice della bossi fini per gli immigrati che muoiono giusto fuori lampedusa. C’è da chiedersi se non si possa creare un’acquacultura di piraña nella zona.
I miei occhi si chiedono se la medusa di una candela nasconda la felicità o non rida sotto i baffi del dolore dell’umanità.
Archivi tag: sinuosamente
Mi scaldo le mani
Una banana si smuove a forma di zingara che mangia un santino. Ha le trecce a forma di tette e le tette a forma di morto che cammina. Maledetti voi siate e benedetta tra le donne.
Così in alto e così in basso tra baffi truculenti e grassi cappelli rosa di bambine che dormono sulla spalla di genitori fosforescenti. Eccola che torna la zingara maledetta. Le trecce sono annodate dietro con un fiocco rosa fuxia. E gli uomini giocano a carte. Le rose camminano tra cammelle truccate a festa per essere guardate, ammirate, seviziate e stuprate da sguardi spermatici di bestie arrapate vestite a festa. Vestite di rosa.
Le vecchie girano. Osservano e ringraziano dio se hanno nipoti da portare in giro.
Dagoberto si pulisce un moccolo con un batuffolo di cotone e sua moglie ripulisce i bambini mentre una balena blu gli sfreccia davanti e sale le scale sinuosamente. Il padrone della locanda fa l’amore con un asparago verde e le luci lampeggiano. Serpenti di lucciole argentate serpeggiano sinuose attorno al fallo eretto di un ramo adiacente alla sequoia gay.
Si amano gli ospiti di un compleanno di cani in tempo di crisi in una villa fiorita di rose e d’incenso. Mentre piove metano liquefatto. E Dagoberto spia dalla serratura una sedicenne che si toglie il reggiseno sapendo che lui la spia. Amiamoci con gli occhi che galleggiano nello champagne. E nuotiamo davanti ad un Dio che parla in diretta alla RAI presentando un marito che picchia la moglie di Dagoberto tutto il giorno.
Mi arroto i baffi. Scendo dalla limousine rapata a zero e scarico sull’hotel un serbatoio di sperma da un I-pod.
Bevilo che ti fa bene.
Bevilo che ti fa digerire.
Bevilo tutto che ti scalda il seno.