Armi e bagagliaio, fritti c’incamminiam


Un’america di superpolli reagisce alle filippiche della branzina al vapore e gode di una pancia ripiena di spermatozii nell’accarezzare penne nude in nuova guinea. Una sfrappola si lascia leccare a Carnevale per scherzo e una nuova speranza le nasce nella magia di orecchini dorati al polso della regina di Svezia mentre bacia la turca nel bagno. Mi piacciono i Maya, specie in brodo, un popolo mitico specie perché estinto se no sarebbe in via di sviluppo. Una sensazione gratta le palle alle gonadi della prostata in calore, mentre la micetta si lecca una passera ringalluzzita dalle corna dell’unicorno impazzito. Aristotele mangia un budino alla crema mentre scodinzola davanti alla ciotola in cucina e io preparo i garganelli allo stracchino di cioccolato triste, ma ganzo.
L’unione delle repubbliche socialiste sovietiche è stato un sogno di una notte di mezza estate che ora si scioglie di voti a Renzi che ronza in una banana di crediti e debiti. All’armi cittadini. Possa tu credere che dio esiste e vivere nella matrice interna del suo sfintere finché morte non vi separi e ti permetta di tornare allo stato liquido.

Asticelle all’arancio


Un tantra collerico mi minaccia coi bastoni di pulce di serpe. Emana un odore intenso di lingua biforcuta che lancia segnali di fumo attraverso l’incidente di camion della spazzatura. Macero il vin santo tra tappeti viventi e predico il futuro a fattucchiere con i denti traballanti che mangiano zuppa di catarro in Catai. Sogno suppellettili di plastica tra corvi dipinti di nero che scartano un angelo maligno di cartapesta mentre estraggo pitoni da passeggio.
Una bottiglia di Nero d’Avola mi guarda e mi fa gli occhi dolci. Lo bevo per fargli un piacere che ricorre tra gli ulivi d’olio e stanlio. Mi compiaccio del trasferimento d’ufficio. Tra mitragliatrici ci sìintende, no? Una perfetta mosca salta al naso e richiede soffi di farina per dirigere l’orchestra di Stradivari che tra Paganini e Tortellucci si sfrega una banana tra le dita e comincia a succhiarla.
Scivolo su una pozza di liquido vaginale che è di umore nero. Semino strascichi di marijuana tra i piedi di azzurri pescivendoli del mercato del pesce, logicamente. No, non mi trattengo dall’affermare che lo Stato è una forma di delirio artistico. Solo così possiamo accettare la dittatura della meritocrazia. No, non mi trattengo dall’imbrunire una sfrappola di idee comuniste e contorsioniste.