Una lunga striscia di carne percorrevo disilluso e assonnato sotto un sole cocente che mi portava verso nuovi crimini, nuovi deliri contro l’umanità.
Tiro lo sciacquone e seppellisco pelli scuoiate da cuori palpitanti di tori scatenati. Gira la lanterna dell’amore mentre un uomo solitario esce a passeggio in un circolo di nebbia che lo inghiotte e sparisce freddo come un’acciuga.
Mentre i suoi scarponi calpestano tappeti di carne e s’imbrattano di sangue come fosse fango dopo la pioggia. Una nebbia polverosa che entra nei polmoni e si deposita nei pori ricoprendoli di fuliggine melmosa.
Un vecchio cammina verso la morte. Verso la fine della nebbia, dove soltanto topi stanno in fila ad aspettarlo. Tributandogli l’ultimo saluto, con rispetto. Per l’unico umano capace di parlare con loro.
Prima di mangiarlo pezzo a pezzo per appropriarsi della sua carne e del suo potere. Per forse poter combattere gli umani. Un’antica leggenda prende vita in cui un pianeta sarà comandato da topi.