Abbaio nello spazio liquido


Abbaio nello spazio liquido
Svetto in una città di luce atrofizzata in mezzo a mummie di seni e guglie ripiene di miseria e di materia duttile come plastica al fuoco di dio. Un vascello spaziale mi porta dritto nella mente degli uomini e personaggi dotati di libero arbitrio dischiudono ricordi programmati da un ingegnere della quinta dimensione. Uova giocano a pallacanestro con bambini che suonano il violino sturandosi le orecchie.
Timpani esplodono tra neuroni fotovoltaici e la luce solare trapassa il mio cervello stanco di pensieri di sangue e cioccolato.
Spazio 1999. Capitano Dirk. Spock.
Pile di neutroni nudi vomitano stelle tra anatroccoli in divisa e si lobotomizzano a vicenda per poter ridere nella pazzia di Abramo l’ebraico.
La Terra Promessa si decompone all’orizzonte desertico e i cammelli pisciano tra le dune che diventano rosse per la vergogna. Alleluia. E avanti così.
Atterraggio tra gli umani. Formiche rosse dipinte sulla Patagonia.
Furetto feroce che abbai alla luna.
Mano sinistra che masturbi una vagina impotente. Con un tubo di metallo inox, e aspiri orgasmi con la bocca di una sfinge. Decomponi il liquido cristallino in alghe rosse e corpi celtici. Per ricreare radici di corpi millenari.