La lirica di un midollo osseo


Una zona di incesto fangosa si allarga a macchia di sperma incontinente. Libellula osserva disincantata il cielo che si trasforma in pterodattilo e gioca con una bambola di carta gonfiabile. Le nuvole si accorciano e s’inseguono.
Libellula si mangia la bambola e si gonfia come un pallone. Finché non scoppia di febbre giallo ocra. E l’acido di stomaco rimonta alla radice del pene. Un uomo che guarda col binocolo la scena prega la croce per la salvezza della chiesa e la venuta rapida (eiaculazione precoce) di Dio.
Prima che l’incontinenza riempia fiumi e laghi di riso al pollo cinese. La dimensione unificante agglomera la spiaggia di Cristo che pesca le anime sul fiume della morte aspettando di veder passare il cadavere di Satana, ma finora non è ancora passato niente. A parte un gruppo di libellule in cerca della porta della quinta dimensione. Ho detto la verità vostro onore e non posso spiegarla ad altro dio al di sopra di me. Richiedete un saldo per la gonna del vostro paese per aspirare la luce delle vostre saponette. Tutta la verità, solo la verità, sempre la verità, nient’altro. Lo giuro. Sui miei figli. E nipoti. Sono innocente.
Una rocca a strapiombo si erge sulla libellula per pitturare un quadro astratto che rappresenta il rombo di un motore a reazione nucleare. Polifemo getta qualche sasso giù per la strada ma gli è scesa la cataratta e deve soffiarsi il naso. Anche lui soffre di sinusite.

Chillout


Chillout si distende mangiando una mela in un frattale di marmellata di marionette seducenti mentre la voglia di caffelatte gli attanaglia lo spirito a spirale e lo porta in un tunnel metropolitano per confessare le sue golosità di sodomita. In alto dei cieli un cancello si apre per entrare nella quinta dimensione di una patata al forno. Soffice e imburrata si scioglie nel palato di dei della golosità itinerante.
Chillout si mangia un dente e pensa ai cavoli amari.
Cillout si distende sul letto e balla una musica sincopata pensando di sposarla e fare bambini.
Lei è soffice come una patata al forno, pensa, lei è unica come un diamante grande un cranio, lei. Lei la vuole mangiare pezzo a pezzo fino a riempirsi la bocca del suo profumo di fiore e lo stomaco fino ad avere la nausea dei suoi capelli ricchi di silicio che fa bene alla pelle.
Chillout si masturba ballando una musica sincopata da sdraiato. Nel soffitto ha disegnato Gesù che si masturba anche lui. E anche Maria si masturba anche lei.
È bello, pensa, che madre e figlio si masturbino senza pudore tutti i giorni davanti a me. E viene, ballando sincopato. A letto.
Chillout my friend.
È contento, Chillout, di essere un vagabondo della quinta dimensione e di varcare il cancello con scritto sopra LSD.
Chillout si avvia lentamente al cimitero degli elefanti come una lasagna si avvia verso il forno. Con la stessa speranza di essere digerito senza dolore e senza paura.
E muore.

E Dio disse “C…”.


E Dio disse “C…”.

Un occhio vede al di là della porta. La chiave è il segreto.

Un miracolo si compie nella strada in mezzo al deserto e ascende alla quinta dimensione.

Un sogno erotico si stampa nel mio corpo e ne porto i segni di fuoco.

Evito di farmi portare dal vento della passione e l’istinto procede senza ragione.

Felicemente mi siedo della radura, in una sabbia bianca di dune scoscese, dove il mio piede affonda, bruciando. Non c’è spazio nel calore. Il fuoco arde e mi consuma l’ossigeno. Il ritmo mi possiede e batte il mio timpano contro una parete sussurrandogli parole oscene, mentre i pesci mi danzano in testa.

Amami pazzo che balli il tango al suono di un sintetizzatore.

Amami e devastami il suono dell’universo. Balliamo al suono della parola diddio. Il nostro amore si nutre di sesso. Uniamoci al nostro dio in un amplesso solare. E ridiamo con lui in un rapporto a tre, in un atto d’amore divino, mentre ci perdoniamo i nostri peccati di gioventù.

Esco dalla porta dell’universo e la chiudo a chiave dopo aver bevuto la linfa degli dei da cui partorirò il figlio dell’uomo.

Chiedimi, pazzo, se l’amore ha un sesso.

Dimmi, pazzo, se il limbo è uno strato di sabbia rovente.

Dimmi, pazzo, che cazzo sei venuto a fare tra gli uomini.

Uccidimi pazzo, perché così saremo liberi di volare via dalle feci di un angelo con la diarrea.