Anime morte si agitano nel loro talamo coniugale per far nascere una lontra del desiderio in maniera che si congiungano in un amplesso macabro ma rinascente che generi una lotta di batteri spungiformi. Giocano a tressette i nani della miniera di diamanti che trasformano il diamante in merda artificiale affinché si possa fare la polvere di metano da usare nei peti di maiale ai funghi.
Pulcinella s’incazza e urla per la strada che Dio è frocio e viene denunciato per omofobia e fulminato sul parapetto della casa da una polmonite fulminante, appunto. E diventa ermafrodita sadomaso. Appende gli sci al chiodo e forma un’armata Brancaleone per brancare il livello informatico di Telecom e fornire indirizzi utili ai terroristi islamici. Droga, sesso e potere, questa l’alchimia della politica, questa l’alchimia che utilizza le feci e le fa diventare rose e diamanti.
Mani rugose sormontano la sua pelle e Biancaneve si scioglie in un amplesso di gruppo di ornitorinchi ubriachi e ne sovrasta uno per mungerlo bene e succhiargli il latte piccante goccia a goccia in una taverna di legno e marmo colorato di rosso Ferrari.
Una lacrima scende sul pazzo che ride. Scende dal tamburo che batte un coro di oche stanche di abbattere mura di struzzi lerci sotto il pavimento di una chiesa ricostruita per l’arrivo del papa triste.
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Un sacco bello
Sibila il vento, infuria la bufera e mentre una rete c’insozza le menti ricorriamo al sol dell’avvenire per fare le parole crociate dei cavalieri Templari. Al galoppo miei prodi e pugnam per la vittoria del cavallo Arturo Saltimbanchi.
Cogito ergo Escogito.
Nell’attivar della pulzella m’inciampo in un granchio al passeggio con la sua bella. Shopping in riva al mar. Due granchi, una poesia in libertà. Un bacio d’amor che si striscia sulla spiaggia. E la mente si svuota. In un respiro lungo un soffio di Volta e Gabbana. Ma in fondo è un segreto di Pulcinella, no?
E allora aspettiamo che un vampiro venga a raccogliere le foglie cadute dagli alberi di betulle che circondano il nostro giardin d’amore. Prendo una licenza poetica o licenzio il poeta che scrive come un pesce? Ma no, meglio masturbarci a vicenda in una stomachevole allegria di acciughe in libertà.
Scorre il vento infuria la bufera e metti la cera e togli la cera. Sei solo un microrganismo bicellulare e ti fai già un gran viaggio. Quindi issiamo il pennacchio e immergiamolo nel calamaro. In fondo al mare riposerà in pace eterna l’eterno riposo.