Informazioni deliranti scivolano su un teschio aperto come una fontana di sangue che guarda milioni di telespettatori incantati alla pubblicità della morte. Una nera signora avanza e rapisce le anime di cartapesta incollate alla sua presenza tra specchi di bromuro e potassio e una logica immanente di vermi in cerca di clienti.
Una zanzara paga il pedaggio autostradale per seppellirsi in cima a una montagna che emana la luce di stella e mi guarda atterrita come una patata fritta. Sogno l’immensità dell’altare che congiunge cielo e terra. Il cielo si dipinge di rosso e viene punteggiato da teschi sorridenti che suonano violini Stradivari in una litania incessante interrotta solo dallo scroscio del mio WC. Una nuvola si ghiaccia tra sonni trascendenti e il popolo di Sion che s’immerge in una laguna blu per amarsi in una docile premura segno di tempi che cambiano verso il color arcobaleno. I colori si amalgamano in una crema pasticcera che sa di zenzero pasquale e io me la bevo con ingordigia infantile.
Altri gatti concorrono alla bandiera della vittoria e si chiedono spaventati perché si trovano qui dopo essere stati adottati dal Paradiso. Nevica e nel mio palato si formano ghiaccioli. Nevica di neve trascendente sul villaggio ingrigito in mezzo agli abeti. I bambini rincorrono il giorno di Natale in un’aria di festa che illumina le anime del cyberspazio. Vola il suono elettrico di una vampira con le ali che insegue assetata la pelle di un bambino con gli orecchioni.
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Menti che ti passa
Un arco di ginestra puzza di ascella e annuncia la primavera in un losco antro distrutto dal vento. Si trova in cima ad un grattacielo di edera e rosa canina. Là sopra si inventano mondi sommersi per disperderli in frantumi di vetro soffiato. È il mio lavoro. Operaio di settima. Qualificato. Mi occupo di pubblicità. Invento slogan per la propagazione dei mondi nell’emisfero australe. Seduto su una panca davanti al sole del deserto pronuncio nomi e trituro talismani per spargerli nel vento ed entrare nella mente delle persone. “È un mondo di pazzi, fattelo piacere perché non ce ne sono altri se non peggio” è il mio slogan preferito, altrimenti “Hai un culo pazzesco fratello, leccati le ascelle e non scassare” “Questa volta è quella buona, cambierà tutto, tieni duro” “Sta per arrivare il nuovo Messia, tienti pronto” . Mi diverto a spargere puzza e sangue di vitello negli occhi di innocenti vergini di settant’anni e passa.