Le palle di pelo barbuto si scornano con diversi livelli di sperma che muore dal ridere al sentore di una libellula matura e un poco coguara. Prendono quel treno, quello per Yuma che sbuffa sotto baffi grassi e un cappello arrugginito. Vanno a sedersi in una stiva ripiena di urla di pianto per non vedere la propria disperazione, ma come in ogni favola a lieto fine, scoprono che il re e la regina sono due trans in missione segreta per conto Terzi. Terzi è un barista di Cotogno che traffica lattine sporche tra gli Urali e il Vesuvio. Che fa il lavoro di basista di un centro internazionale di mujahidin terrorizzati dall’uso della violenza fisica. Essi lottano per un’unione fisica di gay musulmani e l’adozione dei figli dei talebani.
Sì perché è così che ci facciamo la guerra di pompini artificiali, luci sfavillanti nel cielo da cui sgorga una Madonna bionda in minigonna. E se la Madonna era una prostituta e Maddalena una quasi vergine? Gesù sarebbe stato un simpatico figlio di mignotta, uno che racconta un sacco di barzellette alla gente. Ti capita poi che te le prendono sul serio. E non è più riuscito a far credere che scherzava. Tipo.
Terzi nel frattempo è morto di cancro cranico con complicate complicazioni che in quanto tali sono complicate da spiegare. Poi tanto è morto e basta, quindi inutile capire se è stata colpa di un medico ignorante o no. Questa è la fattura, basta pagare e siamo tutti amici. Sì grazie, mandi la fattura alla moglie che io l’ho solo messo lì per caso, non sul serio. Condoglianze a quel povero cristo e anche a sua mamma.
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Yes we cazz
In una logica sfrenata di capitali rombanti moriamo di fame per nutrire gli emiri attaccati al tubo di scappamento di una prostituta che urla a bassa voce e vende l’ultima cosa che le rimane, l’anima.
Amiamo e non capiamo il risultato dell’equazione di una strada selvaggia che parla e canta in dialetto volgare una canzone della philips bevendosi un caffè omeopatico per dimenticare le brutture della rivoluzione di classe.
Le rigogliose monache morte prima dell’avvento dello zar nicola tredicesimo e nipoti, non prega giustamente altro di sotto di lei, o di fianco, che dir si voglia. Finanzio un gettito con la tredicesima rata del mutuo della casa togliendo il cibo dalla bocca di una bambina che amo.
Sbadiglio davanti al canyon dello Utah tra mormoni poligami e berlusconi monogami che chiedono al papa una grazia per non decomporsi prima di decadere e ruzzolare come una valanga azzurra che scia su navi di carboidrati bianco candeggina.
Occhio e malocchio di sfiga negra cadono su un occhio vigile del Montana tra una serrata di struzzi e la maledizione della Rosanna.
Una sega di capodanno
Una corsa o no mi vitupera la lingua. Nell’aspetto della sala d’aspetto, aspetto un corvo che non arriverà mai. Aspetto la pensione e vado in riva al mare per aspettare il postino che non ha posta per me.
Aspetto la posta e vedo una prostituta che aspetta sotto il sole di mezzogiorno un cliente che non arriva. In compenso arriva un coccodrillo e la porta via, verso la laguna.
Lo guardo e li guardo e penso che quel rettile non ha pagato un centesimo.
E penso che perlomeno lei ha finito di aspettare
Una nuvola nera oscura il sole. Forse pioverà, finalmente, penso. Ma no, se ne va e si dissolve. E aspiro ancora la polvere della strada, tra case deserte e piante grasse. E donne grasse che guardano dalle verande. E fumano. E aspettano. La fine della giornata. Per dormire e ricominciarne un’altra. E io per aspettare sveglio il prossimo postino.
L’eternità
Nella periferia della stanza bucata da una sciarada di zanzare ubriache di miele due ragazzini fanno l’amore per la prima volta. Nella periferia parigina. La luce dei fari delle auto illumina i loro visi sudati rendendo l’ambiente afoso molto techno. Gli occhi di lei sembrano quelli di un androide ubriaco e quelli di lui quelli di un torello con corna e muggito elettronico.
Si addormentano e si svegliano di soprassalto alla sirena di un’ambulanza che viene a prendere un loro vicino di stanza che ha avuto un infarto mentre faceva sesso con una prostituta e la moglie. Mentre gli infermieri fanno un massaggio cardiaco in un corridoio dalle luci al neon e moquette verde vecchia di dieci anni sentono il cigolare del letto della loro stanza e muggiti e urla di godimento.
Nell’orgasmo finale i due infermieri si guardano e capiscono che non c’è più niente da fare. Con un lenzuolo coprono il viso sorridente al vecchio defunto e lo portano in camera mortuaria. I due ragazzini si addormentano di nuovo e sognano di amarsi per sempre.
L’attimo fuggente
Gioco con l’allegria di un dermatologo nel bagno degli insetti spolpati dall’uomo ragno. Una luce vivida s’impone ai miei occhi felpati di nero mentre la pioggia lava la peste e una campana elettrica batte la mezzanotte ai lupi incartapecoriti che escono da una festa per brindare all’anno nuovo.
Sottane di vermi montano una capra zodiacale facendole vedere le stelle di Orione sotto l’effetto dell’LSD. Un canguro si masturba sotto la calotta polare artica aprendo così il passaggio a nord-ovest con un colpo di reni eiaculatorio.
La schiena della prostituta era riempita di tatuaggi fosforescenti per brillare anche al buio e trasformarsi in una maschera di piacere che danzava al ritmo di mille lucciole addomesticate per il riposo del guerriero.
Polifemo informe si gratta il pelo del topo gatto e recita l’odissea a memoria tirando freccette al cianuro nell’occhio della maga Circe la quale scopre che la sua magia è impotente davanti al figlio reietto dell’universo inverecondo.
Il saggiodella montagna discende da un gruppo rock che si è riprodotto con il canguro masturbatorio e circonda di spine il capo del Cristo mentre prende l’ascensore per salire sulla croce del sud e rinasce e e risorgere tra mille capinere in un letto dei lamenti, mentre io piango davanti alla Mecca adorando un meteorite come un imbecille. Mi assopisco e mi strazio al suono di un sintetizzatore digitale per invogliare le genti a seguire il flauto del Pan bianco, capra misteriosa che cornifica un ragù alla milanese. Le ragazze di Ruby davano e ricevevano dice il ministero pubblico, un’ottima cucina per la borghesia parlamentare eletta al rango di filo spinato col quale viene frustata e ce ne godiamo il sapore del sangue fruttato. Un’arringa masturbatoria dice il Ghedini rifiutando le prove di un’anatra annacquata e aspettando il verdetto del giudice Imposimato venerato e ucciso dal parlamento siculo di onorevoli eletti dalla lupara bianconera. Mi dimentico dell’ora di punta e resto in ufficio a scrivere le parole di arlecchino finché una strega cattiva non viene a liberarmi volando sul nido del cuculo insieme a James Dean.
Si avvicina
Gomorra silenziosa si avvicina ad un gattopardo dormiente davanti alla televisione e spara. Un dardo infuocato di sangue rancido e gommoso. Il livido furore di una fiera si staglia allo specchio delle tue paure a forma di trota selvatica dell’acquario dei tuoi pensieri più densi.
Cartone e Gomorra godono nel trapassare fermenti lattici vivi di un gattopardo che si aggira con l’aids nel corpo peloso ansioso di cibarsi di infanti che piangono di felicità davanti al Cid Campeador che si accampa su una banana nel trespolo della Cantabria.
Cantando con la sua chitarra le doglie di un passerotto spaventato dal proprio aspetto a tre teste e due peni semoventi. Cloni di una ragazza di poca esperienza ma sulla buona strada per diventare una prostituta e finire nelle mani ruvide della Boccassini.
Finché non muore partorendo un dinosauro a forma di staffilococco frocio.
Solleva, Gomorra, il lenzuolo della testa bandita e riceve i sacramenti del buon dio della sorgente di Fiuggi che veglia sul corpo malandato del signor Odino, veterano di tante battaglie e di tante mogli, morte sul campo insieme al Cid. Il campo Giuliano concima il suolo di tanti fermenti lattici e fertilizzato da vermi e decomposizioni decomposte. Una rosa rossa emerge dal vulcano delle Cicladi per vomitare sperma fuso e concimare isole greche.
Tutto questo vediamo alla televisione in una serata di scazzo e fumo allucinogeno.