Clavicembalo obeso


Mi perdo in un clavicembalo suonato da fiori di angeli che si perdono in una masturbazione solitaria amando se stessi come il loro prossimo. Essi erigono torri di Babele a night shop di rave notturni in pieno centro a Parigi. Un’emozione lunga un millennio accompagna le cascate del Niagara tra turisti pelati e mogli con gli occhiali dalla vagina frigida in un’impotenza puritana che scava le anime e le rende perfetti ingranaggi del sistema. Occhi sgranati davanti alle piramidi che volano in assenza di gravità e a pellicole che stampano su carta quello che gli occhi non possono vedere per non dimenticare, per continuare a vedere e a morire senza colpa.
Un clavicembalo stronzo continua a suonare le mie orecchie filando e tessendo la tela a colpi di mortaio che provoca esplosioni di felicità e conati di vomito nelle mie vene.
Vortici siderali dimenticano le mie sensuali compagne e sciolgono spalmate di nutella in obici da cannone per lubrificare il preservativo tra una risata e un amore etereo con prostitute quindicenni.
Preghiamo il coro degli angeli che votano insieme agli uccelli di rovo per il movimento a stelle e strisce mentre una musica araba mi porta indietro nel tempio mesopotamico di una bibbia che costituisce le basi della nostra Repubblica dei valori.
Ma allora dove si inserisce la vite contro l’obsolescenza programmata quando noi stessi siamo programmati per morire?

Mi crogiolo al chiaro di luna


In mezzo a una spiaggia di testicoli in calore Anissa si siede e mostra il pomo d’Adamo alla selvaggina carente di antibiotici ormonali. Esige una mano sul corpo da schiava. Esige un sogno e una chimera che la porti su draghi di cartone in un’isola di porcini. Esige che la scatola di froci si apra e una bomba scoppi per dirigere il traffico di risotti. Gode al caldo sapore del mare. Nella fretta di un orgasmo con altri pianeti che gravitano intorno a lei dimentica di mettersi il preservativo e rischia di mettersi incinta da sola. Potere dell’immaginazione. Un bug nella matrix. Un bug che striscia sotterraneo in una casa fatta di piole e zanzare.
Corcina 86 anni si masturba nella sua casa nella prateria australiana davanti ad una sequoia alta 180 metri immaginando che sia un fallo di toro. L’orgasmo la vede rotolare in mezzo alle radici di iguana verde.
Caterina 18 anni fa l’amore col suo ragazzo in una cascina diroccata nella pianura statunitense ascoltando shakira nell’ipod dopo aver preso medicine antidepressive e senza sapere che di lì a poco ci sarebbe stata l’esplosione di un reattore nucleare a poca distanza.
Padre Alonso si fa masturbare da una signora di mezza età nella cucina dell’asilo di St Eusebio di Catalonia nel sapore stantio della mensa. Le mani di lei erano appena affondate nelle frattaglie di pollo e coniglio. Anche lei si eccita. Ma nel bel mezzo vengono scoperti.

Pappardelle in calore


Una sirena di pappardelle al cemento si suona una corteccia nasale superando le vanità di un tempo lontano perso nella poesia dei fiori di uranio impoverito dalla crisi. Mentre l’Iran appoggia la proposta di massaggiare la schiena ad un negro che ritorna in una casa bianco lattice. Che sa di preservativo. Singulti di pianto arrivano dalla guerra in Siria mentre roghi di streghe vengono costruiti in tutto il medio oriente e ammazzano la realtà con le esplosioni di vene varicose.
Un guerriero in uniforme nera da beduino si aggira come un ninja tra le rovine di un chiostro da cui sgorgano zampilli di sangue fresco. Ha sete. Se beve un tè di rose ammazzate di fresco. E una zuppa di midolli spinali. Anime abbondanti in questo periodo, pensa. E si macera le palle masturbandosi in un campo di macerie coniugali.
Soffriggo la rosa viscosa per arrivare ad un orgasmo di pollo in mutande. L’emozione mi esplode e il divaricamento mi sovrasta. Mentre l’epicentro della cometa non tocca più il cuore della mia vita e mi fa soffrire di solitudine. Faccio il test alcolico per rendermi conto che squilla il telefono e un caffè potrebbe salvarmi dall’infarto di una macedonia in calore.