Sorvola una preghiera di zolfo. Una grande intesa tra il Paradiso e l’Inferno permetterà a Dio di governare ancora sulla crisi planetaria che ha causato lui stesso a forza di sputi al tetano. Rosalia 58 anni si masturba davanti ad una garza e a sei cerotti bianchi col ditale della nonna ma non riesce a venire perché deve fare pipì.
Il partito del KK si contorce i muscoli facciali e le budella attorcigliate attorno all’intestino tenue che sorride tenuamente e tenuamente si irrigidisce per spiegare a Budda che le tagliatelle al ragù non le possono fare i monaci altrimenti a lui gli sparisce la flora e la fauna zoologica.
Perciò Luana decide di diventare ministro della repubblica della banana split, un po’ come giocare a bocce col morto, tra una capinera guasta e una fronda di lumache e fa l’amore con il marito così come l’ha sempre fatto, mentre lava i piatti a luci soffuse con la musica della lavastoviglie sul fondo e otto orgasmi di fila. È l’unico modo per riuscire a dormire per una notte senza sognare Dio che esplode di burro e panna.
Marco si gratta le unghie e fila sul tordo di una noce moscata bevendo un succo di flanella nella morte rapida di un dipinto variopinto.
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Un’anima in pera
Muovi il bacino e odi il canto della cicala triste che vola e salta e muove la neve che cade sul bacino di un tortello asmatico. La voce rauca si muove dentro di me e balla. Balla un ritmo di sesso. Balla un cosmo oscuro. In un buio che fa paura. La voce rauca canta. La faccia nera si muove e agita un impasto di cipolla che scuote il mio intestino in un sapore acido . Un vulcano erutta. Una spiaggia si immerge e fa una canzone. Votate Sade. Votate. Votate la magia di un sasso che parla e ama un cuore che palpita nel sangue di un corpo che balla. Senza tempo. Senza occhi per vedere. Senza. Senza voce. Senza. Senza respiro ma con un grazie al pubblico che applaude e osanna nell’alto dei cieli un cantante che viene dal nulla. E il cuore batte.
Un assassino si aggira per le strade di new york. Pensa alla sua bella che l’ha tradito. Pensa. E uccide. E scherza al bar dei fratelli d’Italia. Dice barzellette. E uccide. Se stesso, giorno dopo giorno. È un vecchio che muore, scopando una puttana, giamaicana, madre di famiglia con sei figli a carico e un marito, lui, che lavora in una discarica di rifiuti umani. Fumo di carne che brucia e insetti che fanno l’amore in mezzo ad un vassoio di carne cotta.
Un poeta perso scrive. Cosa non lo sa nemmeno lui. Ma mangia carne e insetti e scrive con la rabbia di chi piange un dolore che ruota in circolo. Senza ritegno, senza respirare. Si muove con discrezione. E non fa rumore con la penna. E persino il suo sudore evapora con rispetto. Davanti alla sacra parola che tutto muove e tutto ridisegna. Un’energia psicadelica che ride e soffrigge nel buio di un’anima colorata di blu elettrico. Dipinge, il poeta. Suoni e colori, gioie e dolori, di un pezzo di universo che mangia lasagne e caga testicoli di balena al vapore. Afrodisiaci, però.
Un pero di pere mature si sorprende di essere stato scosso da tremiti di febbre equina e chiede al poeta un certificato medico “Mi manca il respiro della fantasia” gli dice. Un ghiotto tamburo suona reggae e ringrazia il pubblico afoso che applaude e fischia e urla, e mentre il cuore batte, gli risponde dal palco “Fatti una pera e vieni a godere con noi”. Un bacio collettivo si unisce alle urne di fumo di carne.
Ora andiamo a casa a pregare un dio qualsiasi, mentre le madonne si svestono e compiono i loro doveri coniugali in abito da festa.