Gaio pinto ti parla con la barbie che prende mance da un mondo annacquato di godimento sfrenato di forchettate al pomodoro Ikea.
Pomodori di cucine sicure in un rilascio di peto di colombe svedesi. Un odore inconfondibile si stiracchia tra lenzuola invecchiate in mezzo alle rolls royce nere mentre si raccontano barzellette sporche appese a stendere fuori dal balcone di Susanna Tutta Panna.
Mentre le antenne si diradano e gli orsacchiotti danzano danze latine i negri si inginocchiano a tagliarsi i capelli col piede di porco le banche giocano in mercati azionari ubriachi di sangue e salse di bambini morti di fame con la puzza di piedi neri che girano nella ruota della fortuna.
Ti piacerebbe? No, nemmeno a me. Però l’importante è che qualcuno freghi qualcun altro, mentre un confessore si pente davanti all’inquisizione per i peccati della moglie. E allora ubriacati e muori, figlio di una libidine tra due toner gay.
Quindi beviti sedici tori alla spina e guida fino all’ultimo girone del Paradiso perché un impiegato sorrida gemendo tra lacrime di gioia fino all’ultimo sangue blu
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Prozac
Un lunedì delle ceneri mi ruota attorno alla testa. Un giorno da Prozac. Il santo Graal di fine ventesimo secolo insieme al Viagra. Oggi è una giornata in pillole. C’è da prendersi anche un po’ di testosterone e tutto il mix ormonale che possa metterti di buon umore, ma in fondo hai solo voglia di morire.
In una scatola di cellophane.
E quando ti chiedono quella domanda stronza “come va?” cioè “Fanculo”.
Ma voglio dire “cazzi tuoi mai?”.
Questo è il lunedì vero. Non quello che finisce su facebook con le faccione stronzamente felici, anche di lunedì, anche sotto la pioggia, anche in una gabbia elettronica.
Cazzo ridi, idiota.
Con le foto delle vacanze?
Fatti una foto ora, in questo momento con una webcam e dimmi com’è la vita.
E quando torni a casa per ridiventare umano non avrai due giorni, no, avrai qualche oretta durante la quale cucini, mangi, fai i compiti dei figli, litighi con un’eventuale moglie o compagna o marito o compagno, poi dopo di scopare se ne parla, poi vai su facebook a dire due cagate e far vedere quant’è fica la vita.
E domani di nuovo “come va?”
“Bene. Figata” mentre ti riempi la tazza di caffè facendo commenti sul culo di qualcuno, se ci sei in confidenza o su chi va su e chi va giù per le scale del “si salvi chi può”.
E allora affondiamo in fondo all’oceano mare sognando una vita migliore finché semplicemente questa non se ne sarà andata. Che faccia di palta quelli a chiamare la prossima “miglior vita”. Ci sono stati?
Io ce li manderei tutti, quelli che usano quest’espressione. Così, per farli contenti. Non occorre neanche l’eutanasia. Botta in testa e via. Lavoro pulito.
Votiamo il partito dell’amore, arruoliamoci nell’esercito di Silvio.
E conquistiamo la luna di traverso di una contabile che è diventata miss USA e che d’ora in poi sarà nella “vita migliore”.
Ha creduto in un progetto. Ed è uscita dalla merda dei “lunedì'”.
Come il bacio per il cioccolato
Una vecchia vestita di grigio e di rosso aspetta che l’amo faccia il suo lavoro in uno stagno vicino a casa. Guarda lo stagno e pensa a quando era giovane che credeva che pescare fosse una cosa da vecchi. Aveva proprio ragione. Specie se si è vecchi e affamati e non ci si può permettere di comprare carne al mercato. E si ha tutto il tempo.
Giusto aspettare che finisca anche quello. E allora pensa ai suoi nipoti lontani e ai suoi morti. Marito, sorella, genitori, amiche e amici. A novant’anni li hai seppelliti quasi tutti, pensa, e spera che questo pesce le permetta di seppellirne anche qualcun altro. In fondo alla fine diventa una gara di resistenza. E un desiderio atroce di farla finita.
Sì perché tanto quella che vince in fondo è la solitudine. Charlie non è d’accordo con lei. Per lui la solitudine è meglio di una moglie. Una compagna fedele sempre pronta a farlo stare bene. E che l’aiuta a realizzare sogni che non s’era neanche mai immaginato di avere. Ecco alla fine Charlie è l’ultimo rimasto da seppellire, poi se ne può anche andare. Anche Charlie le dice la stessa cosa.
Quel pesce lo sta pescando proprio per lui.
Lo ricoprirà di cioccolato fondente e lo congelerà, poi lo tirerà fuori in modo che si scongeli la cioccolata ma non ancora il nucleo e quando lui lo assaggerà beh, sicuramente deciderà di baciarla. S
orride pensando al fatto che o sarà così o farà fuori tutt’e due così non ci saranno né vinti né vincitori, ma semplici morti.