L’equazione di strutto


Una piccola sibilla mostra il cielo a vituperanti girandole di luce rossa e nera. Il Golgota dei campi di Marzio illumina le fasi della vita di un’edulcorata fase di luna piena e inghiotte pacchi postali enunciando il padre nostro tra effluvi di sesso e umori di pessimismo cosmico. Una lettera perdona. Una lettera condona la fustigazione del figlio dell’uomo e della donna nel paradiso terrestre tra chiodi e sassi magnetici e scarti di produzione galattica. Un accoppiamento col dio della barzelletta porta alla riproduzione della vita tramite la pazzia e la cioccolata fondente. Sangue e cioccolata si fondono in pianeti emersi tra draghi di cartone e discorsi politici in una campagna elettorale di forza italia 3.0.
Un vallo di lacrime si interseca con il cuore a forma perpendicolare per piangere sulla tomba del milite ignoto che ignoto non è e mille ragazzi piangono con lei. Una forma nera prende piede nel mio cervello e viene digerita sotto forma di ape regina. Mi ricordo odore di violette e salive di ramarri che mi baciavano in bocca. E lasciano traccia negli acidi gastrici tra odio e amore.
Armaggedon si lava i denti e si passa il filo interdentale prima di dormire con la propria sposa Morte e insieme a lei partorire anime di soffritto e cipolle argentate che spaziano tra le deliranti grida di giubilo di mosche e insetticidi sparsi ai quattro venti e trenta e quarantasette gatti che miagolano impauriti nel vicolo cieco davanti a cani lupo affamati.
Punto.