Mi abbevero alla fontana del soglio pontificio e starnutisco alla presenza del pastore tedesco grattandomi le palle dei piedi. Mi costituisco alla forza pubblica per aver letto giornalini porno in età inferiore ai due anni. Il miglior periodo della vita di una bambina è quello premestruale. Tra tornado di carboni e venti che spazzolano i capelli alle capre di alta montagna deve raccogliere fiorellini per la Messa delle diciotto e trentacinque che si svolgerà sulla guglia nordoccidentale. Preghiamo insieme tra le granate della prima guerra, tra le fosse Ardeatine e quelle del Col di Lana. I candelotti di dinamite mi scoppiano in mano e tremano di fronte alla determinazione della mia corteccia cerebrale.
Il rosso fuoco di un verme solitario solletica il mio ventre e permette una scossa di terremoto che finisce per esplodere in maniera esplosiva ed erodere tutto quello che circonda la tazza del cesso papale nel tempo record di venticinque minuti e otto secondi. Quando esco ho fame di freddo e ghiaccio e prendo a calci nel sedere una gomma da masticare tra i polmoni di un tricheco fumatore.
Nella nuova caledonia non c’è posto per fessi, ma i rincoglioniti cronici possono sturare i lavandini e murare i gabinetti tra le fogne di Calcutta e i mari dei Sargassi.
Scio per i monti del Südtiroler Volkspartei cogliendo le genziane e le stelle marine a forma di trifoglio liquido mentre i gorgoglii dei dentifrici s’illudono di essere nominati Strofinacci della Repubblica delle Penne a Sfera per sette anni.