Tu vo’ fa’ l’america’.


Meredith
Le motivazioni della cassazione
Della sentenza di assoluzione
“Improvvide manovre” della polizia
Che brucia i due computer
Della Knox e di Sollecito
Dico, due, non uno, due
Bruciano
Come sigarette
Per bruciare due computer basta un accendino?
Come si fa a bruciare due computer?
Basta un gesto “improvvido”?
Non ci sono colpevoli, solo un complice, condannato. Un nero, nero nero, che pensava che il rito abbreviato fosse solo un rito più corto. E scopre che è colpevole. Di se stesso.
Improvvide manovre. Improvvide manovre. La polizia uccide due volte, anche tre o quattro.
Bruciano le anime.
Dei colpevoli. E dell’uomo nero, quello libero, che manovra tutto.
Anzi, abbronzato.
Le povere vittime ora vogliono risarcimenti. E fanno appello alla corte di giustizia. Sì, perché la giustizia è uguale per tutti. E l’uomo nero ride. E ride e parla di clima. E va alle conferenze. I cittadini americani sono al di sopra di ogni sospetto. Lacrime di coccodrilli che suonano come campane a morto. Aerei militari che squassano funivie cariche di turisti. Tu vo’ fa’ l’america’.
Ma sei made in italì. E allora consolati con l’i-phone.
Una pioggia di alghe in faccia a milioni di coglioni che hanno gli occhi foderati di struzzo, mentre i maro’ vengono pensionati in India. Viva la ripresina. Da zerovirgola. E viva i lavoratori poveri. Finalmente anche da noi, dopo la globalisation.
Tutti felici su facebook.
Tutti allegri con l’i-phone
Tutti al mare, stesso mare, stesso sesso. Stessa droga.
Votiamo il prossimo bunga bunga. Per quello che conta. Una rondine nel pisello non fa prima vera. Farà una prima falsa. Farà, un’improvvida manovra.
Se un americano ammazza un frocio è omofobo o è il frocio che non doveva passare di lì?
Se un americano spaccia droga, è la droga che viene condannata?
Voglio essere americano. Salvo quando l’uomo bianco tira giù tre grattacieli con due aerei. Un filotto da maestro.
Lì magari no.
Pizza, sesso e mandolino. Fuori i petardi, dentro i minestroni. A mangiare coca cola. In un rito del gabinetto che assorbe la fantasia e ci dice che la tangente va pagata.

Tra gli anelli di una figa acida


Una galassia di trichechi rompe l’onda di una prostituta mestruata. In un girotondo al mandolino secco mi masturbo la gonna svolazzata in un tubo in miniatura mentre il nord Italia è flagellato dalla tarantella. Giro attorno al gatto che miagola in casa mia ma non riesco a tagliargli i baffi e un cordone suona la campana a morto per i topi del vicino mentre un effluvio al cioccolato mi ricorda che la vita finirà presto ma una morte finirà tardi.
Un fiume bussa sempre due volte prima di esondare, ma prima non straripava semplicemente? Comunque una musica gipsy si scalda lentamente per parlare di maionese e mi attizza le braci nella mente per un fuoco ripido e una discesa tra le cascate di merda io esco e matto tra questioni di pipistrelli che succhiano sperma dal collo di vespe che sanno di miele caldo e moscano nel brodo di lucciole per fare sesso a pagamento.
Batto e ribatto tra scorregge di spazzatura e gas di scarico per farmi ascoltare in un muro di silenzio: facebook. Ridiamo tra rivoli di merovingi e scorie radioattive per auscultare un Tribunale di meningiti acute in principio di peritonite. Che Dio ti salvi, ma ti si perda in una giornata di sole tra Tritone e Saturno, dove le stelle diventano stalle e la pelle eiacula schizzi di latte acido che compone la materia oscura finché dio non dirà di nuovo “luce”.

Mi piego in un canovaccio di mutande


Scenari di peti all’aria aperta inalano l’aria pulita e soffocante del deserto africano. Il sole fiammeggia e ride solitario di barzellette che si racconta da solo. Giuda si sfrega il naso contro tette moribonde piangendo e scopando mentre una rachitica Madonna gli solletica il piede con l’alluce e gli dice “Amore succulento portami nelle grandi praterie a sollazzarmi di fieno ” e lui le sussurra “Certo cara stronza che ti appendo per le gengive e ti colo lentamente nel brodo di carne”. Entrambi mancano l’orgasmo di un soffio e si accendono una sigaretta di crine di cavallo giocando a carte con bertucce nigeriane.
Propendo in effetti per una cornamusa d’avorio e silicone, mentre mangio i pezzi di una banana raggruppata intorno a graffiti di metallo e rame in una grotta del Kentucky egizio dove i celti hanno imparato a suonare il mandolino e a ballare la tarantella napoletana in mutande di stirpe ascellare.
Negri sudati mandano effluvi di mango a vestali che ballano in girandole di fieno nell’unica grotta a disposizione del Neanderthal per i suoi libri e videogiochi. Ma è una festa se ti pare.