Veterani di maglie in brodo lottano con esigenze anteriori al pagamento di una bolletta della luce e gas per morire asfissiati in un’inchiesta dell’associazione consumatori. Definitivamente alterati si rivolgono ai santi in paradiso tra una siesta e l’altra mentre la cucaracha si aggira silenziosamente tra le olive della cucina e i peli pubici di un’adolescente in calore.
Per questo le cipolle soffriggono e traggono dagli assiro-babilonesi lo zenzero di cui ha bisogno il mondo per proseguire sulla strada dell’emergenza sistemica in cui i terremoti si sommano ai maremoti e l’umanità vacilla tra i mal di testa e i mal di mare. Personalmente sono più a favore di questi ultimi e quegli altri. E per evitare di strangolarmi con una lametta fosforescente mi guardo l’ultima partita di calcetto trasmessa in mondovisione dalla parrocchia di Santa Chiara Addolorata Per Le Doglie Da Parto. Preghiamo fratelli.
Preghiamo perché un giorno si possa vedere il culo dell’annunciatrice del telegiornale della sera. E che le esploda durante i bombardamenti in Iraq.
Archivi tag: L’umanità
Carrube
Rane si scindono ai cancelli di burro al cioccolato. Un esercito di liberazione della scocca anti acida piange lacrime di sperma laterale. Inventandosi bocche da sfamare le rane rivendicano il loro diritto all’omosessualità.
Ed è così che le pulci dell’universo si chiedono il senso della loro esistenza mentre vanno al cinema con la fidanzata. Il corno di babele s’inalbera vistosamente e perde i capelli che diventano girini rosa pallido.
L’umanità scorreggia e l’universo è attonito. Mi accorgo delle palle di pelle di un asino ebreo circonciso che legge la torah con interesse e gli chiedo “Ma l’inflato non ti solfeggia lo scroto?”
“Aiutati che il ciel t’aiuta” mi fa e mi rivolgo quindi al sole per illuminarmi d’immenso e ispirare i radi peli di Flash Gordon che decanta la Divina Commedia davanti al Monte dei Pascoli amari, mentre un serpente scivola dietro alla suora in preghiera. E la stupra senza che se ne accorga. Salvo un po’ di spavento quando vede uscire un boa dalla vagina. Pregando dio che la cosa si ripeta più spesso dato che sono state notti felici.
Non ti dimenticherò, spugna della mia vita. Voglio riempirti con la mia anima. E con i miei occhi.
Amore delle mie spire passami la birra che devo bere rane e sperma di una vulva concreta. Passa il tamburo nelle mie vene e annuncia l’annunciazione che annuncia il rinascimento della specie delle morene nere. Occhi neri e sorriso da cane randagio in cerca di sesso.
E una cagna in calore in cerca di un cane da mangiare. E di uno scroto da aspirare.
Cala il sipario di una commedia infernale che erode godendo il santuario delle nozze gay.
Faccio la comunione da una suora lesbica.