Rogna sogna una fogna incantata di Nuova Delhi.


Una Santa schiera di angeli si appresta a friggere il brodo di spugne di latta e bevande fresche di lattice bianco appena spremuto da un arrosto caldo di seni appesi alla campana della chiesa. Un gregge fedele si appresta a intonare l’Ave Maria in una spiaggia nudista e assolata della bassa ferrarese e s’inoltra in terreni molli e sconosciuti di gravità zero. Mi sposto di lato e cado su un arbusto sottile che mi attraversa la spina dorsale.
L’interstizio di una duna grigia mi guida nell’antro di un supplizio tra croci uncinate e rivoli di metallo pesante. Il prurito solletica la mia Rosanna nell’alto dei cieli e una matassa inviperita si snoda lungo tutto il mantello di Batman, mentre le lodi di colletti bianchi s’innalzano nell’alto del girovita di una baldracca putrefatta. Ridiamo in coro per una grigia cornacchia che monta le spalle di un damerino di corte del sole e scivola in un selvatico torrente di macchie di troie al pascolo in un fango che luccica di diamanti e perle non commestibili.
Svengo dolcemente in questo lago di trote e lucciole che illuminano la specie in via di estinzione di un umano con le pinne che esplora l’Atlandide dei suoi sogni erotici. Un posto dove l’amore trionfa sulla guerra e il pane sulla mignotta. Sento un coccodrillo sulla mia pelle e l’attrito mi eccita e gode della progressiva bruciatura sullo scroto di un pappagallo in calore sulla padella di una frittata immensa di gioia e scatenaggio infrapalle. Prego che una ludica essenza di farfalle non mini nell’interiorità la solida definizione di deretano che ci gira e rigira tra vortici di centrifughe cumuliformi che cantano in coro l’abolizione della schiavitù.

Il salto del saltimbocca


Imbocco la strada della generosità e mi piego all’agenzia delle entrate per mendicare un tozzo di pane raffermo davanti alla chiesa della scienza medica. Mangio un panino di staminali condite con sperma di tricheco cieco. Sa di Nutella. Ma con un’aggiunta di fragola e panna. Resto incinta e mi dirigo verso la posta prioritaria per raccomandarmi a Dio non appena tornerà a Fatima per un incontro ravvicinato, molto ravvicinato: peloso.
Prego lo Zio Dio di darmi il pane quotidiano con la marmellata di prugne della nonna Elvira. Sorrido adiacentemente a un lupo di marmo di Carrara che arriva ultimo alla gara di pallavolo della sezione uno della scuola di addestramento lupi mannari. Ma applaudo festosamente mostrando i padiglioni e suonando una sinfonia Patetica modificata geneticamente con Staminali di Stamina e di Gramigna al pesto.
Una chiesa informa i fedeli del cambio della guardia al governo delle lucciole. Abbiamo cambiato la legge elettorale. Quindi i sudditi saranno contenti. Ma non abbiamo cambiato le nostre remunerazioni. Quindi i sudditi saranno contenti. E anche noi. Poi cambieremo il Senato e faremo un giro delle poltrone e le chiameremo le Grandi Riforme dei saltimbocca. E ci faremo un bourbon alla senape e brinderemo in onore di pecore e cavalli.

Saltimbocca,generosità ,all’agenzia delle entrate ,scienza medica,panino di staminali ,Nutella,fragola ,panna,incinta ,peloso,Dio ,Zio ,lupo ,marmo ,Carrara ,pallavolo ,nonna Elvira,padiglioni ,Gramigna ,Stamina ,Patetica ,sinfonia ,legge elettorale,chiesa ,sudditi ,lucciole,Senato ,Grandi Riforme ,bourbon ,senape ,pecore e cavalli

Gola profonda


A piedi nudi in centro città. Piange una capinera d’agosto. Tra trote selvagge che si urlano dietro rimpiange il tempo di una cantante lirica che dominava gli spalti di uno stadio gremito di giraffe e tacchini mentre gli uccelli divoravano le sue note e si nutrivano di radioattività genitale.
Prega Ira di un Dio a forma di pioggia che lavi questa fogna di color satellite e irradia il pane dei giusti. Arlecchino ride e salta da una tetta all’altra pieno di rane gravide che da un momento all’altro erutteranno una volontà di pietra dalle lucciole del suo cervello.
Bevono gli dei una coca a forma di cola liquida perché cola dal lavandino un liquido appiccicoso e verdastro che assomiglia allo sperma di rana ruvida e insaziabile.
Vogo una gondola attraverso l’oceano indiano. Mi sono perso. Ma finché il mare è calmo non mi preoccupo. Questione di fortuna. In rotta per l’Australia. In effetti British Airways mi costava un po’ troppo. Meglio un oceano d’ippocampi per ascoltare la musica del cuore di un delfino zoppo. E occorre camminare sulle acque di tanto in tanto per mantenere l’esercizio e allora amen agli dei dell’Olimpico.