Buonanotte fiorellino. Che il siluro della felicità possa contare le sue baracche anche questa notte di stelle e di peli di culo. Noi viaggiamo nei quadri siderali e mungiamo mucche di pastafrolla per mangiarcele in una toilette di varichina. Se poi ci viene la diarrea, allora, esageriamo e diciamo “pronto soccorso” e lo diciamo spingendo una porta spezzata dalle lacrime di gioia per un intestino latrante.
Cani azzannano le purghe staliniane in campi di lotta libera neuronale dove pazzi gridavano al cielo aperto in buchi neri di odio e lurida morte incestuosa. Matti in camice rosa si trascinavano in pantofole sul pantano siberiano e perdendo per strada pezzi di dita congelate senza accorgersene. E si sturavano il naso, mentre bombe nucleari si stringevano la mano in summit californiani tra tavole da surf e cocktail da spiaggia. A quel tempo io mi chiudevo nelle maglie storte dei leoni delle palafitte e pensavo che una spiaggia di cemento bianco non può essere fatta di altro che di latte di capra.
Fu lì che volarono frasi pesanti tra trichechi che giocano a scacchi con la morte. Pirati della luna che sporcano fanti di picche e assi di stronzi dalle rosse labbra turgide per una penetrazione soffice e letale. Venditori di cuscini. Nient’altro. Con violini che ballano una danza sorniona in una Grecia antica tra filosofi froci e discepoli cornuti che si lavano le labbra in succhi d’uva del Salento. Scoppio. E vado a fanculo.
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Cacofonia
Gestite il suono del silenzio con una patata in una manto e un mantello nell’altra. Il silenzio ascolta e perdona. Il silenzio è tuo amico e fratello. Fratello di sangue perché sei nato nel silenzio e dal silenzio provieni. La tua carne non parla né il tuo sangue. Il silenzio dello spazio è eterno ma parla un linguaggio che solo il silenzio è in grado d’interpretare. Ascolta il silenzio e scoprirai quello che cerchi. Per ascoltare devi stare zitto. Il silenzio è tutto quello che sei e che hai paura di essere. Se scorreggi fallo silenziosamente. Se scopi piangi in silenzio. Non scoprire la coperta del silenzio. Perché quando sarai pronto si scoprirà da sola e ti apparirà vergine ed immacolata pronta per essere tua. Perché sei tu.
Anche uno sputo può fare troppo casino. La cacofonia di un villaggio turistico mi sussurra all’orecchio il suono della madre terra. La cacofonia di una musica rock stende un velo di catarro sui miei neuroni affaticati da una notte di marijuana da leoni. E panzer di sintetizzatore uccidono le zanzare a colpi di fulmini e caramelle.
Mi chiedo a che scopo viviamo e uccidiamo e moriamo e risorgiamo e dipingiamo e moriamo e scriviamo la nostra biografia su una croce di salnitro piantata ad eterna memoria. Ma me lo chiedo perché la risposta non esiste e la domanda resta là come una bella donna che ti guarda dal bordo di una miniera abbandonata mentre tu cerchi te stesso e scappi da un’esplosione di grisou prima che ti esploda in faccia.
Ed è lì che prima di morire ascolti il suono del silenzio che cala prima sui timpani sfracellati dall’esplosione e poi ti addormenta in un sonno profondo finché non incontri angeli e porci che ti hanno accompagnato e l’unica cosa che ti chiedi è se hai mangiato abbastanza cioccolato dato che non lo ritroverai più in nessun’altra dimensione o pianeta dell’universo.
Oggi piove e l’acqua è l’unica essenza che può disturbare il silenzio, perché ne fa parte. Anch’essa è silenziosa e anche la terra. E quando un silenzio incontra un altro silenzio fa un suono sordo anche se forte che ti aiuta a prender sonno e a calarti nel silenzio prima che diventi eterno.
Sto immaginando come cantare in maniera silenziosa per fare un coro degli spiriti della terra che volino sbattendo le ali di farfalle agitate dallo stress informatico. Anche il computer fa poco casino. Lui ti guarda come il genio della lampada e ti chiede quale desiderio vuoi che esaudisca.
E prego.
In silenzio.
Gli spiriti.
E ci faccio l’amore.
In silenzio.