Veterani di maglie in brodo lottano con esigenze anteriori al pagamento di una bolletta della luce e gas per morire asfissiati in un’inchiesta dell’associazione consumatori. Definitivamente alterati si rivolgono ai santi in paradiso tra una siesta e l’altra mentre la cucaracha si aggira silenziosamente tra le olive della cucina e i peli pubici di un’adolescente in calore.
Per questo le cipolle soffriggono e traggono dagli assiro-babilonesi lo zenzero di cui ha bisogno il mondo per proseguire sulla strada dell’emergenza sistemica in cui i terremoti si sommano ai maremoti e l’umanità vacilla tra i mal di testa e i mal di mare. Personalmente sono più a favore di questi ultimi e quegli altri. E per evitare di strangolarmi con una lametta fosforescente mi guardo l’ultima partita di calcetto trasmessa in mondovisione dalla parrocchia di Santa Chiara Addolorata Per Le Doglie Da Parto. Preghiamo fratelli.
Preghiamo perché un giorno si possa vedere il culo dell’annunciatrice del telegiornale della sera. E che le esploda durante i bombardamenti in Iraq.
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Mucche elettrolitiche
Pollici versi s’incrociano le dita per succhiarsi a vicenda la cataratta dal naso. Il muco scende e discende dall’intestino per trovare una valvola di sfogo nel marasma di diodi cibernetici che affogano una madre in dolce attesa di un i-pad per il figlio cerebrolitico. Arturo si inceppa la scarpa per la discesa su una scarpata che predica un battito ritmico che gli mangia il cuore. Pezzi di anima gli svolazzano sulla testa come nuvole prese da un uragano di denaro. Argento vivo che si spella le mani piangendo di sesso in cima ad una collina. Arturo spaventato si guarda allo specchio. Lo specchio si angoscia dal vedere una faccia diventare verde, poi blu, poi nero, nero bruciato e infine spegnersi come la brace di un camino, lentamente emanando calore alle lampadine che restano a bocca aperta per l’emozione inaspettata.
Api e zanzare si cibano di barbabietole da zucchero e spingono camion nel senso opposto alla scarpata di un fesso che sta precipitando. In questo modo Dio parla alla gente e suona un tamburo o le campane per chiamare a raccolta i fedeli di un tribunale dei minori divorato da milioni di patatine fritte in aglio e rosmarino.
Eolo evoca i bei tempi ma poi si taglia il viso con la lametta e urla un porcoddio che si sente fino all’Africa dove tumuli di negri stanno ballando sopra una roccia nera perché è piena di petrolio malato di AIDS. Arturo si lecca i baffi e torna dall’Africa con la febbre giallorossa e un’auto da corsa targata Bali.
Piange la sua donna che lo aspetta in una capanna di fiori e gerani che cantano note che stridono contro un uragano di nubi di cartapesta e Arturo si taglia i baffi. Una scuola guida li usa per la propria pubblicità e per non farsi fotografare la targa in eccesso di velocità. Ma quante streghe, ma quante cazzate. Ma perché volano i santi? E quando ci toglieranno l’elettricità, come faremo a fare l’amore? È un dilemma o un dramma? In fondo potremo sempre dipingerci le ossa attraverso un microscopio di carta carbone. Le sopracciglia di Arturo vengono in mente ad una schiera di Arcangeli che da allora in poi le venererà come peli di agnello sacrificale e le userà per pozioni magiche di sacri sabba usati per fare sesso con minorenni bisex dato che gli angeli non hanno sesso, o sì?
Carico il pisello per sparare oltre il muro di cinta un carosello che evoca ricordi da manicomio criminale. E un sax mi perturba i timpani lasciandosi dietro un violento sapore di sex.
Veterani si immolano e cagano dietro la statua del generale degli angeli sommersi da cumuli di spine e rose rosso sangue