Avanti tutta!


Una terra in ginocchio mangia come una rana in calore, no? Ora mi spiego meglio, anzi no. Va bene così.
Un andamento lento di dodici prostitute minorenni si fonde meglio all’aria fetida di un incendio doloso in una boscaglia di corvi immaturi. L’innocente aria d’autunno sferza l’incosciente onda azzurra che si tinge di un rosso sangue senza gettarsi a terra in uno stato di abbandono molecolare.
I cavalieri saraceni si sarebbero indignati di fronte alla mole di lavoro necessaria alla costruzione delle piramidi di cacca necessarie alla costruzione dei grattacieli che crollano al primo soffio di vento.
Un alito di feci intestinali che travolge autopompe in sosta davanti ai macellai di persone inermi. Augusto Ride si domanda se sia giusto o meno una rivoluzione in salsa tartara che faccia tabula rasa dei conti e dei marchesi della santa alleanza. Ed Eros Ramazotti canta in sottofondo la sogliola marinara. Tutto bene.

Il kharma della pantegana di bronzo


Un ufo robot d’acciao prende una cartolina e la scrive a una pinta di birra che soffia vorace una pantegana sifilitica. E gratta la pancia a un orso di coca cola che perde la voce tra rantolii di sangue alla menta piperita. Avendo mangiato peperoncino a colazione emette polvere da sparo a forma di yeti.
Peli di donna mostruosa intersecano la violenza di un palloncino colorato di rosso cocomero nel cielo azzurro che romba i pistoni di un ginocchio artritico.
Masturba il cetriolo di metallo spugnoso i vermi giganti in un lago di cori gregoriani tra centurioni di sperma che affluisce a gocce nella cascata del mago Merlino. Rigurgiti di dinosauro si spargono in mezzo a laghi di sangue di placenta e il grande ballo delle capinere dirige il valzer delle candele tra ioni di sodio e cloruro di patata fritta e soffritto di godimento lento.
La santa messa di un anatroccolo a forma di sformato decodifica il linguaggio dell’eremita in cima alla torta di zucca vuota e mi ricordo del Messia che mi diceva che in vita non aveva mai visto una tetta al vento. E gli dispiaceva. Povero Cristo. Faceva pene.