Il delirio del pesce spada


Monna lisa smile to everybody, tra pesci che pescano e mondi che camminano. Felici di essere sulla slitta di Babbo Natale e di nuotare verso sentieri di tonno al prosciutto crudo. Sedicenti armigeri armati di archibugio a due canne mozze si distendono al sole di un deserto del Sahara per fondere la corazza e il cervello in una morte da cartone animato.
Una bella autostrada si guarda allo specchio e chiede chi è la più veloce del reame. Fendi, la buongustaia dell’angolo a sinistra del marciapiede m’invita a degustare un cappuccino al bancone del suo bar e mi slaccia i pantaloni all’altezza del pene che timidamente si lascia prendere in giro mentre lei chiede ufficialmente un accoppiamento alare tra volatili che si nutrono di liquidi seminali e che seminano argento vivo in tutto il bancone mentre i clienti bevono tiramisù e mangiano torte alla crema di fagioli. Le mie dita danzano un delirio su strati di grasso sodo e abbondante. E mi chiedo dove ho messo le chiavi del Paradiso. In un orgasmo di fuochi artificiali e urla spasmodiche che coprono le urla del telecronista dlela finale dei mondiali ci accorgiamo che tutti in strada lanciano grida e suonano le trombe dei cavalleggeri leggeri.
In un tempio di Buddha suono fallo come un violino alato e dipingo scroti di fanciulle serene. Loro mi sorridono
E sorridono anche a te mostrandoti i genitali per dirigersi verso il vento dei desideri.
È una corsa e chi vince abbaia al crotalo mascherato da Arlecchino

Uno struzzo di periferia


Una pernacchia di dolore si scuote le meningi misurandosi il girovita. Gradisci un nasello? Fa la pesca di un merluzzo sfegatato in attesa del colpo del medico. E quindi coloro di pastello il quadro del Bernini. Sfoglio un fiore scuoiando un’anatra color pisello e la pazzia invade la mia pelle. Il godimento di una ragazza con la febbre si misura negli occhi dell’estasi che ridono a crepapelle.
Oggi Matullo si scopre una parte dei genitali e li dipinge di blu per assomigliare ai colori di cristo, mentre la felpa di bertolaso sventola su un mazzo di carte. Matullo sconfina nell’arte per sfondare un posto di blocco mentale che guarnisce una madonnina riccamente addobbata in cima a una chiesa.
Ci sfreghiamo insieme una barba appena rasata e abbracciamo babbo natale che esce da una doccia radioattiva. La morte precoce che genera marmitte catalitiche uccide un cretino che lavora nelle diosfere. Pelato e deficiente ma grande e intelligente suona una chitarra in una chiesa di periferia dove lima una fuliggine di merda e oro soffritto.

Il sessuale abbraccio delle parole


conforto parole

Una stringa di caratteri si avvolge al mio corpo e ne cerca i meandri più genitali. Mente sapendo di mentire e sussurra all’orecchio quello che voglio sentire. Maestra della strada e cibo di un fantasma che si materializza in mezzo a neuroni cerebrali finché morte non ci separi.
Una mente che serpeggia sinuosa intorno all’albero della vita tra i pilastri di Salomone che ascende al cielo in mezzo a strade tortuose di tartarughe lente e sagge.
Dio mente perché solo così può farti arrivare alla verità. Disse luce e luce fu. In principio fu la parola. L’abbraccio mistico di un delirio onnipotente. Un pazzo bambino che giocava con una penna a sfera. Un orgasmo liquido che ha creato il vino e lo spirito. Un abbraccio rettilineo che ci guida verso una luce orgasmica. Una luce che gioca con Dio riformulandolo geneticamente.
E io scrivo una marea di cazzate. Ma divine. No?

Scaccola pelosa


Un canto peloso si erge dalla lirica delle mutande e scopre avvenenti ore che passano senza lasciare tracce nel tempo.

Una bella castana passeggia per le strade dello spazio e urina allegramente tra una nave e l’altra sollevatasi la gonna e inquinato il mare un po’ di più mentre i pesci aspirano liquidi genitali. Ella parla con un pallone aerostatico che scende pelosamente dal gatto spaziale satollo di piramidi egizie e di bruschette al basilico.

Piove. E l’aria si solleva. E la pioggia si distende sollevata da un materasso rock.

I battelli applaudono una scena fantozziana e si sbattono le vele, domani chatteranno su facebook ringraziando i polipi marinati delle loro cortesi barzellette sporche d’inchiostro simpatico.

Dodici pulegge si dilettano con pulzelle di altri tempi e inondano di bianca panna montata le montagne aderenti il sole caduco e cadente.

Divertiamoci ad impazzire, lentamente degustiamo questo piatto fusion dove il cervello fonde l’atmosfera lounge di mille zanzariere

Dottore è grave?

No si figuri, un cancrino capita a tutti. Uno starnuto e via.

Ah beh si beh. Ah beh, sì beh.

E avanti un altro cretino