Gomorra silenziosa si avvicina ad un gattopardo dormiente davanti alla televisione e spara. Un dardo infuocato di sangue rancido e gommoso. Il livido furore di una fiera si staglia allo specchio delle tue paure a forma di trota selvatica dell’acquario dei tuoi pensieri più densi.
Cartone e Gomorra godono nel trapassare fermenti lattici vivi di un gattopardo che si aggira con l’aids nel corpo peloso ansioso di cibarsi di infanti che piangono di felicità davanti al Cid Campeador che si accampa su una banana nel trespolo della Cantabria.
Cantando con la sua chitarra le doglie di un passerotto spaventato dal proprio aspetto a tre teste e due peni semoventi. Cloni di una ragazza di poca esperienza ma sulla buona strada per diventare una prostituta e finire nelle mani ruvide della Boccassini.
Finché non muore partorendo un dinosauro a forma di staffilococco frocio.
Solleva, Gomorra, il lenzuolo della testa bandita e riceve i sacramenti del buon dio della sorgente di Fiuggi che veglia sul corpo malandato del signor Odino, veterano di tante battaglie e di tante mogli, morte sul campo insieme al Cid. Il campo Giuliano concima il suolo di tanti fermenti lattici e fertilizzato da vermi e decomposizioni decomposte. Una rosa rossa emerge dal vulcano delle Cicladi per vomitare sperma fuso e concimare isole greche.
Tutto questo vediamo alla televisione in una serata di scazzo e fumo allucinogeno.