Frecce bianche nel cielo. Una penna che scorre. Malati in attesa. Una macchinetta di caffè che ammorba l’atmosfera;
Gel. Specchi. Rumore di forbici che prosciugano l’anima di capelli troppo grassi. Sacchi di spazzatura aspettano in fretta il loro turno parlando in latino con i loro fantasmi. Pensieri veloci spazzano l’aria in una musica rock che parla della crisi.
Figure di donne brillano davanti ai miei stivali da far west e la puzza di un distributore di barzellette sporche ammorba l’aria facendomi andare al gabinetto.
Mi faccio il solletico con l’i-phone mentre i rasoi elettrici giocano con barbe e basette in un allegro ballo del qua qua.
Alla radio i lanzichenecchi ballano la salsa e con trombe e chitarre galoppano alla volta del cancello di pasta al dente. Attento che scotta, dice mamma.
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Diversamente sexy
Una troika di salami al formaggio s’imbizzarrisce al richiamo di una sottana sfuggente. Un microscopico anello latente s’intrufola nell’orifizio sacro e masturba un ganglio intestinale. Mario s’incendia in un atto di sodomia fecale seduto sul gabinetto del suo monolocale decadente in cui la toilette si trova tra il forno e il frigorifero. Deve girare un film come attore principale. Quando si presenta sul set è eccitatissimo e non vede l’ora di girare la scena di sesso omosessuale. Chiede al regista il massimo del realismo. E ottiene soddisfazione. Solo che l’altro attore non è gay. Mario esce ancora più eccitato e va in bagno e si fa la scopa.
Anais gira in mutande e senza reggiseno per casa. Da una stanza all’altra e semina feromoni tra le formiche che cominciano a girare vorticosamente tra le crepe dei muri di un appartamento bohèmien che dà sul parvis de St Gilles dove circolano struzzi mutanti che fumano sigari elettronici marcati Coca Cola. Un siero di latte viene spruzzato mentre fa l’amore con una coppia di coniugi che cercano giovani studentesse a pagamento per colmare il vuoto matrimoniale.
Un giro dell’oca si appropria delle mie emozioni che girano a velocità stroboscopica lasciando che un maiale su due zampe paghi il conto del ristorante lasciando una mancia miliardaria. Chiamo il racconto della spirale del minotauro ma nessuno risponde e vaneggio per la strada deserta alla ricerca del sacro Graal. Metto il piede nell’unico tombino senza coperchio e scendo nelle immensità degli inferi inseguito da una barzelletta su S. Pietro. Il cavallo non ci sta Flamenco. Il cavallo è sparito Flamenco caro. Il cavallo è morto nell’ombra di un ulivo senza lasciare tracce di sperma ma ha pisciato sulla Croce e ora vuole governare il mondo dall’alto di una cruna dell’ago diversamente abile.
Mangia marmellata di spine di rosa pallida
Un letto di spine s’eleva sul mio sogno mattutino e cola sangue nel gabinetto elettrizzato di ricevere la musica di un sitar.
Vedo cumuli di terra viaggiare nella moltitudine di carte credito scadute e grandi chiavi grandi come bambini di dodici anni godere di bambine cadute dal cielo da paracaduti a forma di feti multicolor comprati a una bancarella del mercato delle pulci dell’aviazione.
Vedo. Vedo luci abbaglianti sulla testa di Cordero, il mio collega d’ufficio, alto un metro e un tappo e che come al solito compensa l’altezza con la carriera. Ha degli occhi che mi ricordano Tom Cruise, ma si chiama Chris Pioggia. Come nome potrebbe far carriera in politica o nella mafia americana. Come tipo ha voglia di tirare cazzotti a destra e a manca ed è divertente anche quando s’incazza. Che ti azzanna la caviglia e non la molla più. Cerca di sedurre un’altra collega la quale gli ha fatto capire che non cerca uomini sposati. Ma mi chiedo cosa gli avrebbe detto, o dato, se fosse stato uno e ottanta.
E piove miopia in un ufficio che suona chitarre rock da mane a sera. E dove ciascuno mangia briciole di potere come formiche affamate che cercano di costruire il proprio feudo. OMMMM my friend.
OMMMM anche a te. Che leggi e che speri. Che preghi e che non sai dove andare e cerchi come me. Un dio o una banana che ti guidi in una foresta di Satana tra una sniffata di cocaina e un capo in giacca e cravatta. Inginocchiati davanti ad un cantante di pietà e puttana. OMMMM amico mio.
Che il sitar dell’attenzione discenda su di te e risvegli la fortuna delle larghe intese per colmare il deficit di attenzione che caratterizza il tuo cervello mentre ti masturbi guardando una lingua di bue a doppia coda e frustandoti con un gatto a nove.
Apri il frigo e gli animali morti ti salteranno addosso mentre una voce indiana ci masturberà i timpani. Solenne stupido che ti gratti mentre leggi e mangi polpette di calli e duroni divertiti di essere stati allevati a grasso alcolico e canti d’opera fiamminga.