Dodici coccodrilli hanno il batticuore in un rombo di sintetizzatore che ne fa scoppiare uno a turno. Si guardano negli occhi sbarrati ed ecco che ti salta quello lì di fronte. Occhi vitrei senza emozione, oppure no? E ne salta un altro. La mano dello scienziato non ha pietà. Vuole studiare il comportamento. Salta anche il numero quattro e il cinque contemporaneamente. Niente. È frustrato, incazzato nero. Salta il sei. Oramai pigia i bottoni annoiato mentre schizzi di squame lacerate e pezzi di occhi gli piovono dal cielo.
Qualcuno comincia a muoversi. Okkei quello non lo faccio saltare, solo quelli che stanno fermi. Salta il nr sette. E l’otto che ancora non s’è mosso, finché qualcuno capisce e si mette in moto e tutto il gruppo di quattro si mette in moto, ma l’ultimo salta dato che è stato lento. Gli ultimi nuotano anche se non sanno dove andare e salta il numero nove. Gli ultimi tre si fermano e guardano il direzione dello scienziato e s’incamminano verso di lui che pigia il bottone mentre questi hanno cominciato a correre verso di lui e si avvicinano. Lui ha voluto aspettare per vederli saltare vicino, per vedere i loro occhi.
Per capire l’emozione e li ha fotografati. Era quello lo scatto che voleva. La presa di coscienza, la rabbia, la vendetta. Ora poteva provare che i rettili hanno emozioni, primordiali, ma emozioni. Ora pigia il bottone e guarda saltare il numero dieci e gli altri due accelerano. Pigia nervosamente e il numero undici salta. Pigia in fretta stavolta e il numero dodici non salta. Pigia ancora e non salta. Pigia e tiene pigiato e si caga sotto, ma niente. Fa per alzarsi e correre via prima che il numero dodici gli sia addosso e riesce a scansarlo e si mette a correre con questo dietro.
Una scena nella savana in cui un rettile corre dietro a un uomo. Chi si salverà. Io studio questo e voglio vedere chi corre più veloce in questi casi, per quello che il bottone non ha funzionato.