Un emiro vermifugo mi solletica i funghi dei piedi prima che diventino buoni da mangiare trifolati. Metto un punto sotto l’ascella per limitare le antenne del grattacielo di bava alla bocca mentre una chitarra elettrica tira le corde dei miei timpani tra una transenna di gomma da masticare e una botte di vin santo.
Erica si mangia la foglia di petalo d’autunno. Un autunno omosessuale. In cui le spire del serpente dell’albero della vita muggiscono allegramente tra le risate di bambine che fanno il bagno al fiume.
Ora è capodanno, ora si festeggia. Si festeggia un anno migliore del passato. Più è grande la disperazione più aumenta la voglia di festeggiare. Farina, feste e frusta. Una polpetta di carne transessuale si agita alla festa dell’equinozio del solstizio della paura della fame. E promette sfracelli. Mentre la carne si agita e festeggia viene fritta all’aria aperta e mangiata dalle fauci del Dio del bene che si ciba di sangue liquido al posto della coca cola.
Il dio di un veliero uniforme ci parla e ci dice. Ci parla e si sfoga che non lo hanno mai lasciato governare. Un dio sincero. Che vuole il nostro bene. Che non vuole tasse né spese. Che vuole festeggiare con noi e con i nostri figli. E la chitarra elettrica si scioglie nelle mie orecchie lasciando una elettricità statica nell’equinozio del solstizio. E brucia la carne trans. E inaugura l’anno, l’ultimo, della paura.
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Ho riscaldato il mio cervello al microonde
Scoppio nell’ambito di un fantasma. Mi lascio andare alla follia che alberga sempre più padrona della mia mente e lo spazio mi sembra un grande vallata di fumo e alcol. Un grande buco dove il niente diventa e basta. M’abbandono alla lanterna dell’amore che scivola dolcemente su uno zucchero a velo di alito positivo. Un ambiente diverso. Fatto di gruppi elettrogeni e allucinogeni. Dove il sonno non alberga più. La notte è un immenso soffitto bianco mentre faccio l’amore con una chitarra elettrica e fondo i miei testicoli nell’assolo di una canzone che spacca i timpani ridondando come una campana a morto. La televisione continua a trasmettere mentre chiudo gli occhi e il telecomando cade dalla mia mano sinistra. Gli occhi finalmente si chiudono sul sipario dello sbarco di Normandia. Che ha trasformato un’Europa nel cinquantaduesimo stato degli Stati Uniti. Vedo un dentista che opera una bambina. Vedo il sangue schizzargli negli occhi. Vedo Che il sangue è il suo. Vedo che il dentista muore e la bambina scende e se ne va.
E il silenzio scende sulla mia notte insonne.
Gruppi di mosche s’insinuano intorno alla mia cena scaldata al microonde.
Onde radio si mescolano alle pustole d’alloro che circondano il pazzo che si aggira nella mia stanza mentre dormo e mi guarda e mi osserva e mi seziona come se mi conoscesse, come se fosse una parte di me.
Mi bacia e mi risveglio. M’illumino e vedo. Sciami di luci in una’arcobaleno di suoni color della cenere. Insieme ripuliamo i morti del cimitero. Finché la morte non viene a seppellire il bambino e la trinità divina.
Buon Natale toilette mia cara. Che ogni mattino accogli il putrido fiele che alberga il corpo di un pazzo.
Buon Natale a te, orifizio da cui scende un’ira molle color cenere.
Buon Natale a tutti voi, pazzi. Che sciogliete una mela nella bocca del demonio e fate sesso con un’aranciata di birra semovente.
Mi agito e scopro che il mio sonno altro non è che un insieme d’incubi e sogni agitati dalle note sgangherate di una sedia elettrica. Mi chiudo e mi rinchiudo nel caldo abbraccio delle mie lacrime che pensano a una seconda vita cullate dall’atmosfera di Marte e Venere.
Esco da una passerella fatta di angeli e plano su nuvole di smog al contrario e passo da una nuvola all’altra con le liane come tarzan e urlo un urlo agghiacciante che spezza il mio cuore e mi fa passare dal sonno alla morte.
E mentre osservo il mio funerale penso e ricordo a un tempo in chi non dormivo e sognavo di morire. E sciami di amare mosche lacrimavano in mia compagnia e di una toilette natalizia, forse un regalo di un parente pazzo.
Ora sento che la mia pazzia ride e piange e ama e lotta e siede alla destra del padre e della madre. Prego che la nonna si masturbi sul ventre di una balena rotta.
Solo così troveremo la pace nei sensi di una chitarra rock.