Un pasto di ieri si stempera contro la follia di oggi che mi tocca gli artisti neuronici in modo dittongo. Vedo la mania sulla Terra scopare un pentolone di birra a secco. Un lupante cretino mi provoca l’epistocentro per farne una mucosa intestinale. E allora ridiamo insieme in quella che è la pasta al sugo della terra.
Nel buio mi sfracello contro il pavimento e dissocio la mutanda intestinale dalla ghiandola surrenale di Egisto. Il trisavolo si succhia una canna da zucchero mentre il pleistocene arriva in ritardo. Vogliamo su un’era glaciale mentre pattiniamo nel deserto di luce radiosferica. Un pallone da kinesista si stampa sui quotidiani del mezzogiorno d’italia. Enunciamo le vittime della grande guerra gastrica tra fiori e libellule. Grassi vermi si dividono i resti di mammelle di mucca tra dotte discussioni sulla sfericità dell’universo e teosofie distorte della realtà multidimensionale.
Percio’ cambio canale e guardo il grande pratello in un urlo di angoscia che scorreggia cipolle e chips alla paprika uccidendo una mosca che si trova vicino al culo. Stamattina mi sono alzato e ho mangiato briciole di quella mosca leggendo il giornale su google. Esperti di ogni parte del monto interstellare si danno appuntamento a rimini per una tre giorni di bancherelle e puttane. I nuovi barbari scendono dalle scale di un precipizio che porta nei petali di una violetta affumicata. Oggi mi mangio il salmone che sta tornando a nuova vita in frigo.