Un fiato tutto d’un fiato.


Il fiato di un pesce lesso puzza. Non lo sapevo, ma è così. Se ti rutta addosso diventi blu cobalto. Tutto è dovuto al piombo che si masticano con i chewingum americani in palestra. Anche Donatella credeva che la pizza fosse fatta di pomodoro ma ha dovuto piangere lacrime feroci scoprendo che il giudizio universale è solo una barzelletta per froci adulteri.
Sedici mazzette al pio Greganti che difende con onore il comunismo dei pescivendoli. Ma votiamo uniti davanti a dio e alla corona che difendiamo con orrore dalla Svizzera. Con una mano antropomorfa mi seggo davanti alla luna e leggo pezzi di poesia marittima alla Musa che mangia un piatto di pastasciutta col ragù che le cola dagli angoli delle labbra e si pulisce con la sottana liquida. Votiamo e vogliamo e gorgogliamo nel mare della puzza sotto il naso i rappresentanti del mondo dell’aldilà per andare all’inferno con convinzione democratica. E tanta, tanta, rinnovata speranza in un mondo migliore che si rinnova a ogni nuova elezione.
Per perpetuare il ciclo occorre grattarsi la panza con stuzzicadenti carnivori ed è quello che faccio davanti al consolato delle pere tirolesi che mi sorridono suadenti togliendosi la minigonna dalla faccia. Mi butto in un lago di ceretta e pesco il mostro di loch ness che si era perso e stava annegando. Per cui mi premia con un annegamento rapido in questo cesso di verità a poco prezzo per te amico mio e per lei tua moglie che è un finocchio come te, ma oramai siamo moderni e dipingiamo tele di televisione spastica a olio extravergine.
M’ingarbuglio e m’intruglio con sommo piacere
In questa estate
Mai cominciata
Ma sempre
Partorita