La lirica di un midollo osseo


Una zona di incesto fangosa si allarga a macchia di sperma incontinente. Libellula osserva disincantata il cielo che si trasforma in pterodattilo e gioca con una bambola di carta gonfiabile. Le nuvole si accorciano e s’inseguono.
Libellula si mangia la bambola e si gonfia come un pallone. Finché non scoppia di febbre giallo ocra. E l’acido di stomaco rimonta alla radice del pene. Un uomo che guarda col binocolo la scena prega la croce per la salvezza della chiesa e la venuta rapida (eiaculazione precoce) di Dio.
Prima che l’incontinenza riempia fiumi e laghi di riso al pollo cinese. La dimensione unificante agglomera la spiaggia di Cristo che pesca le anime sul fiume della morte aspettando di veder passare il cadavere di Satana, ma finora non è ancora passato niente. A parte un gruppo di libellule in cerca della porta della quinta dimensione. Ho detto la verità vostro onore e non posso spiegarla ad altro dio al di sopra di me. Richiedete un saldo per la gonna del vostro paese per aspirare la luce delle vostre saponette. Tutta la verità, solo la verità, sempre la verità, nient’altro. Lo giuro. Sui miei figli. E nipoti. Sono innocente.
Una rocca a strapiombo si erge sulla libellula per pitturare un quadro astratto che rappresenta il rombo di un motore a reazione nucleare. Polifemo getta qualche sasso giù per la strada ma gli è scesa la cataratta e deve soffiarsi il naso. Anche lui soffre di sinusite.

Il dolce richiamo di Medea


Un lapislazzulo brilla nella fontana di una patata arrosto. Prego e dormo addormentato in un centro di periferia dell’impero stellare mentre il sole gioca a scacchi con un altro sole e il terzo fa un solitario. Il silenzio balla ferocemente una psicomotricità con una sirena di sedano soffritto e i peperoni ci guardano mentre ci dimeniamo nell’olio bollente di una discarica abusiva.
Il fumo sale e penetra negli occhi tristi di un rinoceronte affamato. E il virus gli fa un servizietto al pelo del naso che muore lì, guardando in alto senz’aver avuto il tempo di chiedersi cos’aveva preso al compito di matematica.
Una dea s’immola nel cielo tra il fragore di una padella e il vuoto risucchio della campana della chiesa di paese di montagna.
Nella valle sarda si pesca un salmone da un quintale di salsicce. Panino ne prende uno ma vuole andare a casa per mangiarlo. La casa sta bruciando in lontananza. Panino corre e lascia il salmone nel boschetto. Si tuffa nel fuoco per cercare i figli ma i figli sono già scappati e lui muore nell’incendio. Una vespa punge un cadavere e si ubriaca dato che in casa c’era una coltivazione di marijuana.

Pino si è forato un occhio che sanguina e diventa grande


Un plico abbandonato si masturba sull’orlo del marciapiede in attesa di un traffico di droga che lo uccida definitivamente. Aggiungo un urlo di piacere ad una voce stonata che canta una canzone degli scarafaggi in suono beat. In ogni canto polacco c’è una torta che alza la gonna al cielo e scorreggia guardando l’inferno in cielo. Il fisico sardo di una capinera che gioca col coltello tra le gengive di un coccodrillo sfugge improvvisamente dalle mani sudate di un rospo. Cazzo, fa in un coro gregoriano in un sottofondo di sintetizzatori che fumano maria.
Vorrei un bloody mary che è una forma particolare di marijuana che quando la fumi cola sangue dalla sigaretta. E quando ti fai uno space cake arraffa i crampi del tuo stomaco per farne salsicce affumicate.
Mi dolgo e mi contorco nella colpa e nel perdono di un serpente acquatico che sforna torte al cioccolato dalle sue spire color lampone affumicato.
Respiro il profumo di osso di un cadavere caduto in trance in seguito ad un’overdose di ecstasy e finito in paradiso per errore e lì è infelice perché non ha amici né famigliari, ma si vende ogni giorno perché tutti lo reputano fortunato. Fin quando il tempo non finirà.
Un alito d’olio vergine recupera un ostaggio di terroristi buddisti che circolano in un’aureola discendente fino allo spazio onnisciente con un dio ignorante che si fa bello davanti allo specchio per essere adorato dalle creature del napalm
M’inchiodo ad un televisore a schermo piatto e ovale in una sesta dimensione delle ovaie di una puttana uomo che fino a ieri credeva di essere solo gay. Il dentista gli consiglia di mangiare più lentamente i cazzi di struzzo perché rovinano i denti e le gengive.
Un suggerimento si scioglie davanti a milioni di telespettatori perché tanto non lo ascolta nessuno e si appisola e evapora con la lentezza di una patata per diventare fritta e resta a mezz’aria pronto per essere respirato da un bambino saggiamente educato e che si eleva al cielo per tre giorni e per altri tre giorni impara posizioni erotiche in un’astronave aliena di passaggio e piena di turisti pensionati. È importante che i vecchi hanno molto da insegnare.
Fu così che Pinocchio diventò adulto. Facendo l’amore con la fatina dopo averla sequestrata nella pancia della balena.