Dagoberto


Dagoberto si scinde in due lenti a contatto e mima una partita di calcio contro l’Anderlecht in gonnella. No grazie non voglio fiori solo sogni e bestemmie.
Caro vu cumpra invecchiato in spiaggia sotto l’egida di una vagina di luna. Sorridi zingara e maledici coloro che pungono le zanzare come te e le dissanguano.
Bevi, piccolo Dagoberto, un sorso di oceano e spingi una carrozzella di fianco a tua moglie tatuata e più alta di te di almeno venticinque centimetri. Hai l’aria divertita, sorridi e spingi, una carrozzella con un bambino mongoliforme che spicca il volo attaccato a una mongolfiera. Al suo posto scende un nastro rosa da cui nasce un albero di rose e polvere da sparo.
Perché, zia, è arrivato il treno e ha portato via tutta la magia di una carrozza con i cavalli rossi?
Gira, zingara, e raccogli l’argento sporco di una massa povera in bicicletta che sa di pesce fresco, che ha l’alito fresco.
Dagoberto è fresco di doccia e profuma di peperoncino caliente. Si specchia e trova brufoli alla spina in litri di passeggini ricchi di orsacchiotti di primavera. E si domanda l’importanza di essere padrone del proprio tempo. “Se sei padrone del tuo tempo – annota sul suo diario nero – sei padrone del tuo mondo”
E per rispondere a tutte le domande, si fuma uno spinello alla frutta secca. Mentre fuori dalla sua casa un elefante cammina bevendosi una granita alla menta e una bambina comincia a diventare sexy durante un film di spaghetti western.

Pop


In una sequenza di lombrichi avvelenati Irona sceglie i propri partner per una eternità di erotismo completamente sciolta in un mare di ceneri tombali. Creta nelle mani di un dio creatore fa e disfa il lungo alimento di granuli di passione arrossita di brufoli che danzano una metallica rock. Granuli di festa esplodono nelle nostre bocche assetate d’amore di carnevale. Una maschera resta distesa dopo il passaggio dei carri da fieno e lentamente si libra nel cielo.
Un aquilone di zucchero filato passa piangendo davanti al negozio di scarpe per bambini urlanti. Il suono gracchia nelle mie orecchie solleticando il timpano come una campana di vetro sorda che uccide i figli e li riduce a briciole di vetro.
Sciarada di pane imbocca il midollo spinale di una zanzara forgiata per resistere nei secoli a pesticidi e pesti bubboniche assetate di petrolchimica.
Aspetta, Cosima, aspetta lenta il passo del cane Lepido e si accolla i lacci delle scarpe con gesti posati e corretti che suonano invisibili a chi non li sa interpretare, come un mimo in calore.
Un urlo di cane si sparge insieme agli spruzzi di ketchup contro le vetrate di mosaici arrostiti alla brace. Carne di capra mescolata a fette di pene in insalata vengono sciolte in una salsa africana al peperoncino e mangiate ingozzandosi.
Canarini silenziosi si accendono una sigaretta prima di mescolare il Cristo con la santa pozzanghera.
Signori e signore vi presento la valigia rossa, raccolta nel campo di patate insieme al ragù della nonna.
Una pioggia diafana che punge le zanzare e provoca una ridarella incontenibile e la dissenteria. La cacca di zanzara è peggio delle punture, ma oramai la frittata ambientale è stata fatta e ora speriamo che non inventino anche le zanzare giganti.
Mi accendo un accendino col fuoco di tante mogli e grilli che cantano musica pop.
“Quante patate raccogli tanti occhi hai liberato dalla prigione” “Cazzo hai fumato?” una risata incontinente si sparge assetata di pomodori verdi fritti alla fermata del treno.