Come il bacio per il cioccolato


Una vecchia vestita di grigio e di rosso aspetta che l’amo faccia il suo lavoro in uno stagno vicino a casa. Guarda lo stagno e pensa a quando era giovane che credeva che pescare fosse una cosa da vecchi. Aveva proprio ragione. Specie se si è vecchi e affamati e non ci si può permettere di comprare carne al mercato. E si ha tutto il tempo.
Giusto aspettare che finisca anche quello. E allora pensa ai suoi nipoti lontani e ai suoi morti. Marito, sorella, genitori, amiche e amici. A novant’anni li hai seppelliti quasi tutti, pensa, e spera che questo pesce le permetta di seppellirne anche qualcun altro. In fondo alla fine diventa una gara di resistenza. E un desiderio atroce di farla finita.
Sì perché tanto quella che vince in fondo è la solitudine. Charlie non è d’accordo con lei. Per lui la solitudine è meglio di una moglie. Una compagna fedele sempre pronta a farlo stare bene. E che l’aiuta a realizzare sogni che non s’era neanche mai immaginato di avere. Ecco alla fine Charlie è l’ultimo rimasto da seppellire, poi se ne può anche andare. Anche Charlie le dice la stessa cosa.
Quel pesce lo sta pescando proprio per lui.
Lo ricoprirà di cioccolato fondente e lo congelerà, poi lo tirerà fuori in modo che si scongeli la cioccolata ma non ancora il nucleo e quando lui lo assaggerà beh, sicuramente deciderà di baciarla. S
orride pensando al fatto che o sarà così o farà fuori tutt’e due così non ci saranno né vinti né vincitori, ma semplici morti.

Il mago Baol


Il mago Baol si siede sulla sua cantina e ammira la sua creazione. Una torre di cioccolato color oro purissimo. Ride a crepapelle e si abbronza il viso. Il mago è grasso. E ride grassosamente. Ha uno smoking e una tuba bucata. Il bastone col pomello di pelle umana gli serve per comandare le forze del creato. Nel buio della sua cantina sotto metri di torba sgorga una fontana di luce blu e viola che inonda i giardini di terra inglese. Il mago Baol è soddisfatto.
La torre resterà nei millenni e ascolterà e invierà messaggi in altre dimensioni di insetti volatili.
Prega il mago. Prega Dio di dargli la forza di vegliare sulla sua opera affinché la pazzia umana non la distrugga. Selvaggi si aggirano già attorno alla sua cortina fumogena, attratti dall’odore di qualcosa di nuovo e strano. Hanno paura, e sono curiosi. E affamati. Dove c’è qualcosa, c’è qualcuno e dove c’è qualcuno c’è carne, questo sanno.
Il mago si prende gioco di questi esseri infernali, volando sopra di loro a un’altezza superiore a quella che loro possono raggiungere con le loro pietre. Ma se che loro sono tanti. Lui è solo. E ogni tanto deve dormire. E allora loro si avvicinano di più. Ma lui non dorme tanto, due o tre ore alla volta.
Ma sta invecchiando. Sa che non lo prenderanno mai vivo. E lo sanno anche loro. Ma non importa, la pazzia e l’istinto sono più forti. E la sua torre resterà. Dovrà solo imparare a difendersi da sola.
Ci vuole tempo. Prega il mago Baol di avere questo tempo. Di essere forte ancora per un po’. Un po’ di più. Poi tornerà da dov’è venuto, per ricominciare un’altra avventura.