Le efemeridi giallo pus


Una vecchia gallina sifilitica si monta un gallo adolescente tra coperte untuose e quadri pedofili. Un secondino s’infila un manganello rugoso tra le gengive infiammate e sputa quadricipiti arrosto secondo un ordine deciso da una Madonna lasciva e sanguinolenta incisa su tele variopinte.
Bestemmia Osvaldo in presenza della principessa della costola di cane cotta al vapore. E non si degna di zappare su un plasma trasfuso in occhi anemici durante un’operazione di spending review del governo di Birkenstock con le trapunte ai piedi. Mi limo le unghie su felici montagne russo ucraine tra flotte sul mar nero e coperto di latte e caffè.
Speriamo nelle fauci del governo renziano e preghiamo san checco che ci porti l’aldilà nell’aldiqua e desideriamo fortemente i nostri chicchi di mais quotidiano tra cerbiatte in calore e fili di spago che riempiono i diletti di mango e liriche d’altri tempi dove Mozart provava un requiem facendo sesso con una ragazzina altezzosa figlia di una vecchia gallina.
Che il vapore sia con voi

X, Y, Z


Una molla sotende cellule impazzite, una moto si schianta contro un muro d’amore. Amebe si trastullano tra i feti di capre e pecore. I monti osservano la scena saggiamente mentre sono traforati da un treno ad alta velocità. Buchi nella luna gridano nomi altisonanti e preghiere rivolte al dio sole mentre un telegrafo trasmette l’ultimo messaggio alla terra.

E i marziani ballano il rock. Finalmente un temporale spazza via tutto. Tutta la neve. Tutte le rocce.Tutte le croste incrostate sulla pelle dei ricci riccioli che circondano le orecchie creole di Batani. Una luce si accende nel suo cervello di adolescente e la porta ad uno stato pre nascita. Nel suono immenso del cuore della madre.

Quel suono un po’ stridulo come la sua voce una volta nata. Quel suono poco sopportabile. Forse per quello che non ha mai sopportato tanto la vita. Vede la vita come un lungo fumo lacrimogeno senza maschera antigas. E davanti allo specchio le lacrime iniziano a scendere, mentre il suo stomaco vuoto le ricorda che sarà sempre così.

E il suo corpo ben proporzionato e armonico ricoperto di uno strato brillante e vellutato chiamato pelle si striava dei solchi di quelle lacrime che attraversavano il seno nudo. Non sapeva, che quattro anni dopo un fotografo l’avrebbe reso immortale sulle copertine di tutto il mondo. Il suo corpo e quegli occhi verdi che se anche ridono sembrano sempre pieni di lacrime pronte ad esplodere.

Soggetti inconsci si stagliano contro un sipario senza prendere la medicina e costruire una grande autostrada insieme alla geometria che regge il sistema edilizio. Ypsilon si lega alla gamma di incognite di seni e reggiseni mentre suggerisce la risposta giusta ad un interrogato sfigato.