Vitalizio


Una fuliggine scende nella mia mente e vi si risposa in terze nozze producendo polvere di bambini che arieggiano i neuroni zoppicanti di fine giornata. Ora inizia un altro lavoro volteggiante come un acrobata nella scia di un’elica semovente che masturba un pene di androide strizzandolo verso destra e poi verso sinistra. Paola gode dell’immensità del attrezzo di Carlo che sembra una vipera che le si muove nel corpo e si dimena esplorando nuove scie d’amore che la fanno urlare di pazzia.
Tenebre silenziose scendono negli occhi di un vecchio lupo di mare che ha sopracciglia di dromedario e si accontenterebbe di un ghiacciolo alla panna montata per prosciugare quella saliva acida che si ritrova in bocca tutte le volte che muore. Se lo ricorda solo adesso.
È una bella scrofa che tiene le punte del leone in un arrembaggio alla nave delle iene mentre i clown giocano a tressette col cadavere di un morto ammazzato dal pesce pappardella.

Balla per me. Balla sopra un tesoro cristallino. Balla in un orgasmo selvatico


Morte che baci il tesoro della castità. Vieni a pregare e a scopare con noi. Dentro una botte di schizofrenia e gas intestinale. Vieni con noi a divertirti per recuperare le forze dopo una lunga malattia. Uno schiaffo si amplifica nell’eco spaziale di una lavastoviglie che sta finendo il ciclo di cottura a freddo. Tra Martina e Ruggero non era mai scorso buon sangue e s’erano sposati proprio per odiarsi meglio. Tra tamburi che lavano i piatti e sigarette che colano sangue il loro amore era rimasto inossidabile e la loro famiglia cresceva tra botti di vino diventato aceto e ammassi di pietra colorata di rosso e profumata di tango argentino.
Fin dal primo mattino si prendevano a schiaffi e a sera andavano a letto con gli occhi gonfi di tanto in tanto si violentavano a vicenda e la cosa rendeva il rapporto più succulento.
Poi un giorno il cioccolato si fuse e inondò la cucina e Martina rischiò di annegare. Ruggero non esitò un istante e invece di salvarla la spinse più giù. E tutto finì in pace. Così com’era cominciato, ma la polizia non riuscì mai a convincersi del fatto che una possa annegare in una pentola di cioccolato caldo.
I loro figli piansero e al funerale si tirarono frecce avvelenate uccidendo la metà del gruppo funerario ossequiante tra cui l’odiato direttore di Ruggero.
Un cane bastonato si spara ad un occhio per attraversare il guado dell’inferno dantesco.
Una foglia secca si masturba davanti alla propria terrazza un sabato pomeriggio tra l’indifferenza dei passanti.
Una tromba suona danze ipnotiche e sfoglia giornali di ferragosto. Sabbie mobili che circolano attorno al collo di una giraffa color arlecchino. Con una cravatta lunga tre ore luce.
Un acrobata di circo atterra su una bambagia tra cori di donne che saltano tra muschi e licheni in mezzo a rocche cristalline color rosso corallo. Un sabba sulla spiaggia nera scopre un fungo atomico. Giove osserva dalla Luna la pazzia umana. E si scalda le mani. Prima di iniziare un’orgia con le baccanti.