Una promessa scorretta


Una farfalla zoppa si accinge a librare nella pentola di un tapiro urlante, mentre le catene frustano gli occhi di una ragazza che non vuole vedere né sentire. Il mondo gira ma le palle restano attaccate a un testicolo marrone e rosso con un occhio guercio. In fondo anche stare a sentire la radio prende un limite di decibel non indifferente che mi parla ad un orecchio e mi dice “Scoppia ora che puoi senz’aspettare che Facebook te lo permetta” e io penso a quanto è bello il mondo Facebook dove tutti sono felici e sorridenti e pensano positivo e amano la vita e la vita è solo bella. Che bello sarebbe rendere pubblica la depressione. Perché non si fa? Perché è troppo contagiosa
Torniamo alla libellula che viene alla fine soffritta in mezzo ad un brodo di sperma bianco lattice insieme al preservativo e alle anime spente dell’inferno rosso. Ho bisogno di musica nelle orecchie per dimenticare la vita. Ho bisogno di sperma per uccidere un’anima di note armoniche che non parlano che di sonno eterno, e ballano un ballo scozzese che porta indietro nella magia celtica. Un violino tzigano mi porta in sogno attraverso colline alberate in una bruna faccia appesa alla finestra che mi fissa attonita.
Scoppio ora che posso in una bomba dai mille pezzi di stelle che si votano a vicenda e formano una democrazia che riposa in pace sul cimitero delle anime di facebook che muoiono gioiosamente nella festa della guerra quotidiana in un macero che lentamente le trasforma in fango industriale riciclabile. Un decomposto che verrà poi rimesso nel ciclo produttivo senza l’interferenza. Cosa succederebbe se il Vaticano proclamasse uno sciopero globale?

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