Prendo una testa di cioccolato


Prendo un flusso di energia con una mano tesa verso un futuro che non gioca più e mi lascia cadere verso una falla nel sistema di pidocchi che sanno di carne di maiale e frattaglie di Loriana. Il tutto impastato in una cascata di petali di cioccolato. Gli occhi si chiudono e il sonno eterno prende possesso dei giunchi stanchi di un fiore di loro che fa un pompino a una proboscide elicoidale. È per questo che ti dico ciao. E addio caro Ciao.
Piegati una gamba in direzione nord e rendi l’Australia un paese vivibile per dieci secondi lunghi qualche chilometro. Serpenti.
Volo. E mi rigiro nel letto. Telegrafo. Possente. Veloce. Ghiro. Perché non scendi giù dal tetto? Una voglia di seno sottende alla mia gonna di farfalla adiacente. Un flusso di cioccolato amaro ma dolce e sedicente scende le scale della mia faringe e lubrifica gli strati più. Più. Addio allora senza rimpianti ma con molto pollo arrosto per una vita lubrificata e sciolta ma dopo mi raccomando tira l’acqua. Perché in fondo in fondo si finisce tutti lì. Da qui viene l’energia eolica degli strati più fortunati. Un dolce equilibrio tra Gina e Farina Doc. Forza Italia a Cinque Stelle con molti Valori che valgono bene una Messa.

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