E mi dipingo di blu


E mi sciolgo in una legge elettorale che definisce i limiti dell’assalto alla diligenza. Sacchi di patate vengono messi a dirigere Messe cantate e fiumi di oro liquido e sangue di libertà persa in chiacchiere sul debito fantasma. Un veliero pirata nella notte si aggira furtivo e sagace e libera dalla prua alghe verdi di virus informatico spia. Tra un doppio maggioritario e un ballottaggio di tette del presidente baffuto scommetto che anche il Senato si berrà un the per non morire. Dipingo la faccia di Renzi e mi masturbo davanti a quella di Berlusconi e prego Allah che il netturbino spazzi bene i rifiuti della Repubblica, prima, seconda e anche terza, poi ingraniamo la quarta, ma elettrica.
Giochiamo in un orgasmo tra papa Francesco e i grillini che restituiscono il frutto del loro lavoro, ma quale lavoro? M’impicco nello Ior che parla con una bancarotta fraudolenta e lascio che la SantaChe peschi nel mio lago di struzzi e capinere disinformate. Ave Cesare per la Dora Maltese in un accostaggio forzato nel mar delle sardine sorde che navigano nelle riforme parlamentari senza affogare ma lanciando un urlo disperato che gli elettori sordi non raccolgono e così i Maro’ moriranno. All’interno di una pena capitale che scarica elettricità vengono accusati di un pirataggio dei pirati maltesi e giustiziati con una escort indiana dopo due anni di kamasutra sfrenato in cima alla torre di Pisa.

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