Pani e capodanni. 31 dicembre


Buon anno fratello, buon anno coglione. Buon anno anche a te e che, mi raccomando, finisca il 31 dicembre. Sì perché se per caso non finisce il 31 è un casino perché il prossimo mica può cominciare. Se una cosa non finisce mai la speranza di qualcosa di meglio non inizia mai.
Buon anno pazzo. Buon anno gallina. Buone feste e buona Pasqua e tanti auguri al sogno di una notte di mezzo inverno. Una fine e un inizio. Ci siamo raggomitolati sotto le coperte, davanti alla tele e con le famiglie. Ci siamo grondati la bocca di pane e salame, panettone e cioccolata, alla faccia di chi non può più. Alla faccia di chi è diventato povero. Rendiamo grazie a Dio.
Buon anno anche a me e alle patatine fritte nel sudore della vita. Un grasso salato che sa di carbone ardente e cioccolato fuso. Buone feste che stanno finendo. Buona Befana che le illusioni porta via. Buon tacchino per la festa del grazie. Buono strutto che spargo sul pane insieme al prosciutto di una chitarra romantica che mi suona una serenata in mezzo ad una strada.
Buon anno barbone che incontro sempre vicino a casa. Perché, dico, perché non la fai finita? Perché aspetti che sia Dio a decidere? Buona speranza anche a te che non ne hai nessuna affinché ricordi a tutti che se non lavori non mangi. E ti auguro che il tuo anno finisca prima del 31 dicembre.