Festa di Nonno Strutto


La festa comincia, la festa finisce. Torniamo alla frusta e torniamo contenti. Hai passato buone feste? No hanno fatto schifo. Perché? Cazzi miei, se permetti. Ecco la risposta al bravo soldatino. Che serve il sistema e si masturba pensando ai trans di Marazzo. Dacci oggi il nostro pane ttone quotidiano. Dacci oggi il lavoro sottopagato. Dacci oggi un lavoro. E rimetti al mondo i suoi debiti fasulli affinché i forconi non si piantino in una sodoma e gomorra della civiltà greca.
Rendiamo grazie a Dio. Rendiamo grazie. Grazie. Prego. Non c’è di che.
Tu scendi dalle stelle o dio beato. E beato te che scendi dalle stelle. E che poi ci ritorni. Tre giorni e via. Una lumaca scende dalle stelle e ti benedice col sudore della sua fronte cornuta. Affinché gli lecchi il sedere per il resto dell’anno .E allora festeggiamo e bruciamo l’anno passato e benediciamo l’anno che viene che sarà migliore, sempre meglio di ieri e peggio di domani. E mangiamo. E viviamo come fosse l’ultimo giorno. Vedo uno squarcio di nubi distese all’orizzonte in un volo stellato in cui i canguri non possono starnutire. Vedo un Nonno Natale che guarda nel sacco dei giochi. E resta dentro al sacco e ci si infila, chiude il sacco e sparisce nella montagna che va nello spazio oltre le stelle. Vibro cambiando di dimensione e bevo dal Sacro Graal l’elisir della felicità e della salute che possa scendere su di voi e con voi restare per sempre. Il karma ti perseguita. Il karma è il tuo destino. Il karma ti stringe la mano prima della nascita e ti accompagna insieme a un bicchiere di vino dal sapore organolettico. E piscia contro una parete di vermi che giocano con gli scarafaggi ballando alla musica dei Beatles.
Scendi dalle stelle e impara a dipingere di bianco le pareti di casa.

È Natale sant’Iddio


Pochi minuti al via e esploderemo in un risotto ai funghi atomici che contamineranno le acque giapponesi di radiazioni al ragù. Ci scioglieremo in canditi e uvette e cioccolato e zucchero a velo e diventeremo burro nelle mani dell’agnello sacrificale.
Un grande fusto di benzina urlerà le proprie fiamme al cielo e qualcuno lassù conterà i cadaveri lasciati sul campo da un bulldozer affamato di cinghie affumicate da mettere sotto l’albero. Come Annibale si masturbò con un ramo di pino così noi ci facciamo un’orgia da qualche miliardo di gocce di sangue e libertà.
Sento i prodromi dell’Apocalisse che scenderà con la neve e riderà raccontandoci barzellette all’uranio impoverito per solleticare i nostri enzimi a produrre liquido seminale che giova alla nostra salute di insetti inermi davanti alla natura pietosa e mietitrice. Una grossa grassa risata si spande nella chiesa la notte del Santo Natale con una SS Trinità che emerge da una capra vergine e mai toccata da un pastore sardo o palestinese.
E cantiamo Tu scendi dalle stelle o Dio beeeeeato.
Urka che rutto.

Buon Natale ovo sodo


Un Osanna nell’alto dei cieli si sveste davanti al tempio delle vergini vestali e brucia in un fuoco sacro nella volta celeste. In questo santo giorno di Natale si festeggia l’agnello e si mangia il maiale. Davanti a una torta, umani urlanti si satollano lo stomaco di salsedine tipica di chi giudica e scoreggia senza divertimento davanti alla televisione che gli dice di cosa essere felice.
Buon Natale Giuseppina, Buon Natale Giuseppemariocinzia e rosalia e cavoli amari in una festa della povertà che dà gioia e tripudio a pagamento. Buon Natale e sii felice. Buon Natale e goditi farina, festa e frusta in attesa di pagare il tuo tributo a Dio. Buon Natale e auguri di buone feste alla grande commedia dell’arte. Se non paghi non festeggi.
Buon pranzo, buona cena, ingrassa come il maiale. Anche di te faremo un cotechino, ma molto lentamente e ti mangeremo lentamente, assaporandoti. Per noi è Natale tutto l’anno. Festeggia e paga le tue gocce di sangue con le quali faremo viti e bulloni per le nostre auto e mattoni per le nostre case. E soprattutto, grazie.