Un tango nero emerge dal succo d’arancia che brinda alla decadenza del faraone degli asinelli. Mi spurgo un naso il cui rinculo spara una canzone di Claudio Baglioni senza fuggire dalle scatole di un trituracarne. L’elemento acqueo si mescola alla panna liquida di un cuore in esplosione perenne. I colori riemergono dalle qcque di un vulcano che ride di pazzia all’approssimarsi della fine del mondo dei Lego. La pappa è cotta. Una freccia trapassa una patatina fritta al sapore di tegola. Lassù done Anissa si masturba in onore del sole, una tribù di maccheroni al pesto alla genovese. Viene in un orgasmo di basilico e pinoli di acido lattico.
Una libido inascoltata canta in un coro di mutande colorate. Si dipinge gli occhi di vernici di alluminio e progetta caschi d’oro e astronavi di carotene alfabetizzato.
Il treno di pastagomma deraglia in un canovaccio teatrale che spolvera il soffitto intelligente di un capitello invecchiato sotto spirito allegro.
Preghiamo insieme e diciamo…così per dire.
Credo in un solo Dio ma non sono mica tanto sicuro.
M’incanto al solstizio d’inverno e mi abbronzo al mancamento di una rana che esplode in una luce notturna.
E prego. Sicuro di essere visto e ascoltato dalla NSA.