Una fuliggine scende nella mia mente e vi si risposa in terze nozze producendo polvere di bambini che arieggiano i neuroni zoppicanti di fine giornata. Ora inizia un altro lavoro volteggiante come un acrobata nella scia di un’elica semovente che masturba un pene di androide strizzandolo verso destra e poi verso sinistra. Paola gode dell’immensità del attrezzo di Carlo che sembra una vipera che le si muove nel corpo e si dimena esplorando nuove scie d’amore che la fanno urlare di pazzia.
Tenebre silenziose scendono negli occhi di un vecchio lupo di mare che ha sopracciglia di dromedario e si accontenterebbe di un ghiacciolo alla panna montata per prosciugare quella saliva acida che si ritrova in bocca tutte le volte che muore. Se lo ricorda solo adesso.
È una bella scrofa che tiene le punte del leone in un arrembaggio alla nave delle iene mentre i clown giocano a tressette col cadavere di un morto ammazzato dal pesce pappardella.