Voci incontrollate nella mistica campestre si gorgogliano sonnolentemente nella mente di una mamma mentre munge una mucca maremmana e ne monda la merda con un secchio d’acqua distillata.
Un forte sapore di cacao aggredisce la mia bocca e penetra dolcemente amaro nelle cavità sotterranee che fumano una canna di marijuana verde comunicando un cartellone pubblicitario nel quale un uomo è seduto sulla toilette di una montagna appuntita.
Diversi cacciatori di monnezza si litigano un sacco della spazzatura che contiene carne di cavallo triste.
Una focaccia alla crema di vitello si sporca di giallo il contenuto di una matita nera. Statica è l’energia di un sole freddo. Contaminato dalla stuoia bianca si muove con la lentezza di un dromedario asfittico e un falco osserva la scena in mezzo ad una poesia di catrame che non gode se non nella lacrima di ghiaccio grasso.
Rosso di sperma bel tempo s’inverna. Nel torsolo di bianco spino un’utilitaria familiare s’incendia e contamina gli alberi del bosco di Hansel e Gretel. In preda alla furia dell’orco restano in gabbia e muoiono. Felicemente, col sorriso di sperma sulla bocca.
Una Fatima fatiscente mi sussurra all’orecchio che non è tempo di Minosse che deve andare in pensione e le grandi manovre di un falco dal nome impronunciabile cozza contro gli scogli dell’isola di Creta. Un’isola affamata di sale e sapore di mare stuzzica un porcospino che cerca una compagna per riprodursi e baciarsi. E anche per farsi fare un pompino. E un po’ di poesia.
Con la borsa a tracolla mi accingo a rovistare tra i miei sentimenti. Per trovarne almeno uno che mi serva per affrontare un’intera settimana.